Qualche mese fa, nel corso di una manifestazione pubblica, ricordiamo uno scontro feroce tra il sindaco di Mazara Nicola Cristaldi e un gruppo di cittadini che lo contestavano apertamente. Qualcuno riprese quell’episodio e il video fece il giro del web, convincendo molti che la lunga storia d’amore tra Cristaldi e i mazaresi fosse ormai al capolinea. Anche perché, la rottura con D’Alì e Scilla, l’attivismo di Vito Torrente, la crescita del Pd renziano e l’exploit del Movimento Cinque Stelle nelle ultime tornate elettorali, sembravano davvero poter dare molto fastidio al sindaco uscente. Come al solito, però, le amministrative si sono rivelate un test che fa storia a sé e in cui intervengono tanti fattori. La lezione che ci arriva dalla campagna elettorale mazarese è quindi che – piaccia o meno – uno come Cristaldi può essere battuto solo se dall’altra parte c’è un progetto credibile e alternativo nei volti e nei contenuti. Il caso della città del Satiro, naturalmente, può essere applicato benissimo anche a Marsala. Facendo un giro sui social network e tra i bar, sembra che il calo di popolarità di Giulia Adamo sia ormai inarrestabile. C’è chi ne critica le scelte amministrative, chi gli atteggiamenti, chi non le ha perdonato la vicenda della borsa Louis Vuitton o del vassoio d’argento. In Consiglio comunale, poi, dopo l’approvazione del recente atto di censura nei suoi confronti, sembra che della maggioranza di due anni fa sia rimasto ben poco. Eppure, se si andasse oggi al voto e la Adamo fosse ancora candidata, siamo portati a pensare che potrebbe replicarsi esattamente la stessa situazione vista a Mazara. Il Pd sostiene l’amministrazione (pur con qualche mal di pancia) e fino alla fine avrà serie difficoltà a sfilarsi. Forza Italia e Nuovo Centro Destra non sembrano in grado di produrre progetti seriamente competitivi, di Sel si sono perse le tracce e il Movimento Cinque Stelle, a livello comunale, sembra ancora un’incognita. Mazara insegna che non basta “gufare” contro il sindaco in carica per batterlo alle urne. Chi vuole il cambiamento ha il dovere di cominciare a lavorare da oggi a un progetto serio, capace di accendere entusiasmi e di creare condivisione. Se si pensa di ripetere gli stessi copioni e le stesse liturgie delle ultime campagne elettorali, l’esito delle prossime amministrative è già scritto.
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