Viticoltori del Trapanese, appello alla Regione
Marsala – I viticoltori del Trapanese chiedono alla Regione una risposta concreta dopo la grave siccità 2024, che ha messo in crisi interi territori tra Mazara del Vallo, Marsala, Castelvetrano, Alcamo, Campobello di Mazara e Salemi. A lanciare l’allarme è la Cia Sicilia Occidentale, che sollecita ristori immediati per un comparto vitivinicolo finora rimasto fuori da ogni misura di sostegno economico.
Siccità 2024 e danni ai vigneti
Secondo il vicepresidente vicario Matteo Paladino, la siccità ha colpito in modo durissimo i vigneti della provincia. In diverse aree la situazione è peggiorata dall’impossibilità di irrigare con l’acqua della diga Trinità, perché le riserve accumulate sarebbero state sversate in mare già nei mesi primaverili. Per molte aziende del vino questo ha significato una riduzione consistente delle rese, con ricadute immediate sul reddito e sulla programmazione delle campagne future.
La Cia ricorda che la crisi idrica non è un evento isolato, ma un fenomeno che si ripete e che richiede strategie mirate. Senza interventi tempestivi, i viticoltori del Trapanese rischiano di non riuscire a sostenere i costi di produzione e a mantenere gli impegni con le cantine e i mercati.
Gli aiuti già stanziati per altri comparti
Nel suo documento l’organizzazione agricola evidenzia che il governo regionale ha già attivato diversi strumenti per fronteggiare l’emergenza. Sono stati previsti finanziamenti per agrumeti, uliveti, mandorleti e pistacchieti attraverso la misura 23, oltre a interventi specifici per la cerealicoltura.
Sono stati inoltre liquidati aiuti ai produttori di grano e sono state varate misure a favore degli allevatori, come la distribuzione gratuita di fieno per far fronte alla carenza di foraggio. Si tratta, sottolinea la Cia, di un impegno economico complessivo di decine di milioni di euro che dimostra come la Regione sia già intervenuta su più fronti. Informazioni sulle misure attive sono disponibili anche sul sito della Regione Siciliana (https://www.regione.sicilia.it).
Viticoltori del Trapanese esclusi dai ristori
Di fronte a questo quadro, la Cia giudica “incomprensibile e inaccettabile” il fatto che proprio il comparto vitivinicolo sia rimasto completamente escluso dai ristori. Un comparto che rappresenta uno dei pilastri dell’economia agricola dell’isola e in modo particolare del territorio trapanese, con marchi riconosciuti in Italia e all’estero.
«I viticoltori del Trapanese – evidenzia Paladino – sono stati di fatto abbandonati. L’emergenza siccità ha prodotto danni pesanti e strutturali, ma a oggi non è stato previsto alcun intervento mirato a sostegno di queste aziende. Eppure la Regione dispone delle risorse necessarie per intervenire anche a loro favore».
Per la Cia, lasciare senza sostegni l’intera filiera del vino significa indebolire una delle poche realtà in grado di generare occupazione stabile, valore aggiunto e promozione del territorio.
La richiesta della Cia alla Regione
L’organizzazione agricola chiede quindi al governo regionale di colmare al più presto questo vuoto, istituendo una misura dedicata ai danni causati dalla siccità 2024 sui vigneti. Tra le ipotesi indicate ci sono contributi a fondo perduto per compensare le perdite produttive, strumenti di credito agevolato e misure per favorire investimenti in sistemi di irrigazione più efficienti e in infrastrutture idriche moderne.
La Cia auspica inoltre un confronto immediato con l’assessorato all’Agricoltura per definire criteri chiari di accesso agli aiuti e tempi rapidi di erogazione. L’obiettivo è evitare che le aziende più fragili siano costrette a ridurre gli impianti o a chiudere, con ripercussioni sull’intero tessuto economico di Mazara, Marsala, Castelvetrano, Alcamo, Campobello e Salemi.
Nel suo appello la Cia invita tutti gli attori istituzionali, dalle amministrazioni locali ai rappresentanti parlamentari del territorio, a sostenere la richiesta di ristori, riconoscendo il ruolo centrale della vitivinicoltura trapanese. Solo così, conclude l’organizzazione, sarà possibile trasformare la crisi idrica in un’occasione per ripensare la gestione della risorsa acqua e garantire un futuro sostenibile alle campagne del Trapanese.
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