Stalking e tentata estorsione a Marsala: il caso del terreno conteso
Marsala – Un caso di stalking e tentata estorsione ha portato in tribunale un padre e un figlio di Campobello di Mazara, accusati di aver minacciato il nuovo proprietario di un terreno acquistato all’asta. I fatti risalgono al 2023, quando M. A. S., cittadino tunisino residente a Castelvetrano, si aggiudicò un appezzamento con uliveto in zona Campobello di Mazara. Da quel momento, avrebbe subito pressioni e intimidazioni da parte degli ex proprietari, G. G., 58 anni, e suo figlio V., 29 anni, finiti ora sotto processo.
Le minacce e gli atti persecutori
Secondo l’accusa, i due avrebbero contattato Saied intimandogli di rinunciare all’acquisto. «Il terreno era nostro, vai dall’avvocato e firma la rinuncia», gli avrebbero detto. Al rifiuto dell’uomo, le minacce si sarebbero intensificate: insulti, avvertimenti come «non mettere più piede qui, altrimenti ti facciamo fare una brutta fine», e persino l’esibizione di una pistola in un’occasione.
Non solo parole: i Gulotta avrebbero continuato a raccogliere olive e arare il terreno con un trattore, comportandosi come se ne fossero ancora i legittimi proprietari. Stanco delle vessazioni, nell’aprile 2024 Saied ha denunciato tutto ai carabinieri, ottenendo un divieto di avvicinamento per i due imputati.
Il ruolo dell’avvocato e la costituzione di parte civile
Particolare è il coinvolgimento dell’avvocato Aniello Alfano, difensore di Saied. Uno dei due imputati si sarebbe rivolto proprio a lui, chiedendogli di convincere il tunisino a rivendere il terreno. Una richiesta che, però, non ha avuto seguito.
Ora, il processo davanti al giudice monocratico di Marsala dovrà accertare le responsabilità dei due uomini, accusati di tentata estorsione e atti persecutori in concorso. Se condannati, rischiano pene detentive significative.
Le implicazioni legali e sociali del caso
Questo episodio riaccende i riflettori sul fenomeno delle rivendicazioni violente post-vendita, soprattutto in contesti rurali dove i terreni hanno un forte valore affettivo ed economico. La legge italiana punisce severamente sia lo stalking che l’estorsione, con pene che possono arrivare a diversi anni di reclusione.
In bocca al lupo a Mohamed Alì Saied per il suo percorso giudiziario, mentre attendiamo gli sviluppi del processo.
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