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Sanità siciliana, nuove assunzioni per garantire il diritto all’aborto: solo medici non obiettori

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mercoledì 28 maggio 2025 - 9:40

Medici non obiettori: la Sicilia approva la norma per garantire l’IVG negli ospedali pubblici

Marsala – Con l’approvazione dell’articolo 3 del Disegno di Legge 738, l’Assemblea Regionale Siciliana ha introdotto una novità epocale per il sistema sanitario dell’isola: l’obbligo per le strutture ospedaliere pubbliche di assumere medici non obiettori. Un intervento atteso da anni, che punta a rendere pienamente effettivo il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), sancito dalla legge 194 del 1978.

Un provvedimento per rendere effettiva la legge 194

Il deputato regionale del Partito Democratico, Dario Safina, ha definito questa approvazione una “battaglia di civiltà”, portata avanti con tenacia insieme all’intero gruppo del PD. Troppe donne, secondo Safina, hanno dovuto scontrarsi con carenze organizzative e con l’altissima incidenza di medici obiettori in Sicilia, che supera l’85% tra i ginecologi.

Concorsi esclusivi per medici non obiettori

La norma prevede la creazione di concorsi riservati a medici non obiettori, così da assicurare la disponibilità continua di professionisti disposti a praticare l’IVG. Si tratta di una misura concreta, mirata a eliminare uno dei principali ostacoli al diritto di scelta delle donne.

Le aziende sanitarie saranno inoltre obbligate a sostituire immediatamente i medici che, una volta assunti, decidessero di diventare obiettori. Questo garantisce stabilità nei reparti ospedalieri e continuità del servizio, evitando vuoti di organico nei momenti più critici.

Verso un sistema sanitario più equo

La riforma segna una svolta per la sanità regionale: non solo si valorizza il diritto delle donne, ma si rafforza il principio di equità nell’accesso alle cure. Medici non obiettori rappresentano, in questo contesto, non una categoria da privilegiare, ma una garanzia per l’effettività di un diritto costituzionalmente riconosciuto.

Dario Safina ha chiarito che nessun medico sarà discriminato per le proprie convinzioni, ma le strutture pubbliche dovranno organizzarsi per garantire sempre il servizio. “La libertà di coscienza – ha dichiarato – non può compromettere la libertà delle donne di decidere sul proprio corpo”.

La proposta originaria e il percorso legislativo

Il provvedimento approvato nasce da un disegno di legge presentato nel 2023 dallo stesso Safina, poi trasformato in emendamento all’interno del più ampio Ddl 738 sulla sanità. Dopo mesi di discussione, il testo ha finalmente ottenuto il via libera dell’Aula parlamentare, raccogliendo consensi anche fuori dall’area progressista.

Le reazioni politiche e sociali

L’approvazione della norma ha riacceso il dibattito tra le forze politiche. Se da un lato le associazioni femministe e le sigle per i diritti civili hanno salutato con entusiasmo l’iniziativa, dall’altro lato alcune componenti del centrodestra hanno manifestato dubbi sulla misura, temendo che possa costituire una forzatura nei confronti dei medici obiettori.

Tuttavia, la legge 194 è chiara: l’IVG è un diritto della donna e lo Stato deve garantirne l’accesso. La Sicilia, con questo provvedimento, compie un atto che molti definiscono di responsabilità istituzionale e di coerenza legislativa.

Applicazione immediata della norma

“Adesso – ha dichiarato Safina – ci attendiamo che l’assessorato regionale alla Sanità applichi immediatamente quanto previsto dalla norma. Bisogna predisporre in tempi brevi tutti gli atti necessari, affinché le aziende sanitarie possano procedere con le assunzioni di medici non obiettori”.

Un segnale importante, che potrebbe avere effetti concreti già nei prossimi mesi, soprattutto nei grandi ospedali e nei centri dove oggi è quasi impossibile ottenere una IVG in tempi certi.

Prospettive per il futuro

L’approvazione della norma in Sicilia potrebbe diventare un modello per altre regioni con situazioni analoghe. In alcune province italiane, infatti, l’obiezione di coscienza ha di fatto annullato il diritto delle donne ad abortire, costringendole a viaggi fuori regione o all’attesa di tempi incompatibili con le esigenze sanitarie.

La battaglia per un sistema sanitario che rispetti i diritti di tutte e tutti passa anche da questi provvedimenti. La sfida sarà quella di rendere effettiva la norma sul territorio, monitorando costantemente l’applicazione e intervenendo dove necessario per evitare disuguaglianze.

Congratulazioni dalla redazione per questa scelta che rafforza diritti, dignità e salute pubblica.


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