La proposta di riorganizzazione del PTE – PPI di Salemi, imminente secondo voci di corridoio, preoccupa non poco i medici del sindacato autonomo SNAMI della provincia di Trapani. Infatti, la città di Salemi fino a qualche anno fa avena un ospedale con relativo Pronto Soccorso ed era riferimento sicuro dei cittadini della Valle del Belice. La soppressione dell’ospedale ha coinciso con la nascita del PTE, un presidio territoriale di emergenza che deve avere quanto meno un medico h 24 (D.A. 08/01/2010 e D.A. 08/01/2001) e una postazione di 118 con due soccorritori.
Risulta quindi che due colleghi del PTE sono in aspettativa, per cui il dipartimento di emergenza dell’ASP 9 ha escogitato un metodo poco chiaro, per non dire subdolo. Spostare nello stesso piano del PTE i medici del PPI (punto di primo intervento) che non hanno una formazione professionale per affrontare l’emergenza, hanno ruoli e compiti diversi, per cui quando l’unico medico del PTE va in ambulanza, il presidio rimane sguarnito, e checché ne dicano i vertici aziendali, il cittadino che non conosce queste competenze differenziate dei medici, a buona ragione, in presenza di una emergenza, pretende di essere trattato, e in assenza dell’unico medico del PTE, deve necessariamente rivolgersi al medico del PPI, che guarda caso viene spostato una stanza contigua al PTE, mentre il servizio del 118 senza medico a bordo, prima contiguo al PTE, viene trasferito al piano di sopra. Ci sarebbero due modi per porre fine all’equivoco poco simpatico, per usare un eufemismo, bandire le zone carenti nel PTE visto che due colleghi sono in aspettativa oppure sopprimere tout court il 118 di Salemi costituito da due soli autisti soccorritori che debbono prendere a prestito l’unico medico del PTE, con risultato che il medico del PTE starebbe in pianta stabile nel presidio senza possibilità di allontanarsi. D’altro canto per le urgenze domiciliari potrebbe essere interessata la postazione più completa di Castelvetrano. Ma
pare che da questo orecchio il dipartimento di emergenza dell’ASP 9 non voglia sentire, dall’alto della sua onnipotenza.
Ciò preoccupa questa organizzazione sindacale per vede i propri medici impegnanti nel PPI di Salemi in una condizione di stress e di disagio grave, ma deve preoccupare ancora più, in primis il Sindaco di Salemi, ma anche quelli delle città limitrofe, Sindaco che per legge è la prima autorità sanitaria del Comune. Perché, ribadisco, i cittadini di quel territorio sanno che il PTE di Salemi, nella
sede dell’ex Pronto Soccorso, è un loro riferimento qualificato e possono, invece, trovarsi in assenza del medico del PTE impegnato in un soccorso col 118, nelle mani di un collega non qualificato per approntare l’emergenza, comunque con ruoli diversi, con posizione contrattuale diversa. Invito le autorità competenti ad affrontare la problematica, che è seria e già qualche problema al cittadino nel recente passato l’ha provocato. Non penso che ci debba scappare il morto per modificare il corso delle cose.
Dott. Biagio Valenti
SNAMI