Durante la presentazione della mostra personale di Gero Sicurella dal titolo “Impronte”, a cura di 4ARTGALLERY, inaugurata lo scorso 3 dicembre, ho parlato della “potenza del sé” in riferimento all’energia che sprigiona dalla sua pittura, capace di causare reazioni sconvolgenti in chi osserva, allontanamenti e avvicinamenti improvvisi. E’ mistero e magia, è dominio e rivelazione. Gero Sicurella è inconfondibile, unico, vero e potente.
Nella moltitudine di “presenze” lo riconosci subito perché quella moltitudine rivela un’antica ossessione per la vita e per un pittore equivale alla più grande ossessione per se stesso. Il tocco delicatamente lieve, e impalpabile delinea sagome dalla silhouette elegante ed evanescente, in interni ed esterni appena evocati. Sono le sue “impronte”, creature divenute ormai presenze familiari ma mai trasformate dall’inevitabile scorrere del tempo. Sicurella ce le restituisce sempre uguali e sempre rinnovate, si presentano nuove allo sguardo che le scruta. Universi altri, vicinissimi al nostro anche se invisibili agli occhi dei comuni mortali, sono immersi in uno spazio a più dimensioni, percepito dalle diverse velature di colore che si sovrappongono. Sui grigi piombo, grigi azzurri, celesti, blu intensi, si stagliano i rossi porpora, carminio, marroni, rosa tenue, gialli ocra. Freddo e caldo si alternano, convivono, entrano in contatto, perché è così nella realtà.
Nel ritrarre il paesaggio, la natura è presente in frammenti, in “impronte urbane”, come le figure che la abitano, le quali sono evocate ma nell’evocazione lasciano la loro impronta, la loro traccia. Sono i frammenti, le piccole parti mancanti che destano curiosità, attenzione e richiamo, perché suggeriscono ogni cosa. Stimolano l’immaginazione, il sogno, luogo di visita, di attesa e di scomparsa. I Paesaggi urbani di Sicurella, sono quasi sempre luoghi non abitati da presenze; sono luoghi densi di assenze e di silenzi. Ed è proprio questa densità il fattore che li contraddistingue e li rende unici: non c’è l’uomo, ma tutto è impregnato da energie che fluiscono invisibili. I paesaggi urbani, le grigie periferie, mi riconducono alla straordinaria serie di Paesaggi urbani che Mario Sironi dipinse nel 1948 e che rappresentavano la cupezza e il tetro della vita nelle città.
E anche di fronte a scenari così desolati, Gero Sicurella come Mario Sironi è riuscito a dire qualcosa di profondo,a confessare un affetto per quei suoi e nostri Paesaggi urbani.«L’arte non ha bisogno di riuscire simpatica, ma esige grandezza» commentava Sironi. Grandezza e solennità, animate da un’energia che non si esaurisce, da una vita non destinata a finire, confluiscono nel polittico “La storia che continua”, un proseguimento di sette tele in successione, presente in 4ARTGALLERY, fino a sabato 23 dicembre. Sicurella vuole parlarci del mondo circostante relazionato al proprio io e lo fa lasciando al suo pennello il potere di rendere concreta l’evanescente, distesa e policroma IMPRONTA.
Gianna Panicola
Nella foto: “La storia continua” … tecnica mista su tela; 70×100 (7sogg.) 2017 di Gero Sicurella