Ha creato parecchio dibattito la scelta di Don Alessandro Palermom 30 anni, parroco della chiesa di San Matteo a Marsala, che dopo la veglia, nell’ambito dei festeggiamenti della vigilia di Santa Lucia, ha proposto la benedizione dei cellulari. Ecco la sua dichiarazione, all’indomani della benedizione:
Don Alessandro ma cosa hai fatto?
Ho fatto quello che dovevo fare! Carissimi, all’indomani del fragore mediatico causato dalla “mia benedizione dei cellulari” desidero evidenziare tre cose. Desidero farlo per cominciare a tracciare una nuova linea che, spero, aiuti a comprendere meglio il mondo che abitiamo.
1. Sì, la Chiesa Cattolica benedice gli oggetti tenendo presente gli uomini e le donne che li usano (cfr. Benedizionale della Chiesa Cattolica, n° 12 delle premesse generali). Tra questi oggetti (auto, negozi, laboratori, officine, oggetti devozionali) rientrano quelli adibiti alle comunicazioni. Perché? Perché la Chiesa Cattolica «con speciale cura accoglie e segue le invenzioni tecniche che più direttamente riguardano lo spirito umano. Tra queste invenzioni spiccano gli strumenti che sono in grado di raggiungere non solo i singoli uomini, ma le stesse moltitudini e l’intera società, quali la stampa, il cinema, la radio, la televisione e altri simili mezzi che a ragione vengono chiamati “strumenti della comunicazione sociale”. La benedizione degli edifici e degli strumenti di questo genere di comunicazione è un aspetto della vigile attenzione della stessa Madre Chiesa, perché essi vengano rettamente operati» (Benedizionale della Chiesa Cattolica, n° 927 premessa al capitolo XXIX).
Che cosa ha inventato questo “strano” sacerdote? Ha solo reso attuale e concreto tutto ciò. Oggi, infatti, lo strumento di comunicazione per eccellenza è lo smartphone. Ricchi e poveri, anziani e bambini, adulti e giovani ne possiedono uno e lo tengono sempre con loro in tasca, accanto a loro o tra le mani.
Sapete, penso che se davvero si deve dare senso alla “benedizione degli oggetti” allora facciamola agli oggetti che veramente riteniamo importanti. La società odierna considera quasi “sacro” il cellulare. E io ho deciso di benedirlo.
2. Concretamente cos è lo smartphone. Cominciamo con la parola “smart”: evoca l’avere un telefono intelligente perché convergente. Il cellulare (se connesso alla rete) è un media che converge altri media, ci si può fare di tutto e fa parte del nostro quotidiano vivere. Con questo dispositivo ogni utente traccia la propria vita, registra esperienze, si mette in contatto con i propri cari e amici. Benedetto, quindi, chi lo ha inventato. Tale invenzione fa parte del progetto umano, quindi del Progetto della creazione.
Pertanto, quando lo teniamo in mano ricordiamoci che non abbiamo tra le mani un oggetto qualsiasi! Lo smartphone diventa un nostro riflesso, sono le nostre intenzioni a dare forma all’uso che facciamo del nostro cellulare. Ecco perché non è da considerare un oggetto negativo (non è un arma e non è una droga). La negatività risiede nell’intenzione dell’utente e non nell’oggetto. Se l’intenzione è buona, vera, piena di senso e orientata alla realizzazione della persona e della società, l’uso dello smartphone (e di ogni oggetto) sarà sempre positivo. A dare, infatti, significato agli oggi sono gli usi degli utenti e questi significati ne possiamo trovare sempre di nuovi.
Ecco perché io benedico i cellulari: per trovare significati nuovi che possano aiutare ad assumere usi positivi per il nostro bene e per il bene di chi ci sta accanto.
3. Qual è significato della benedizione dei cellulari? La Chiesa Cattolica quando benedice intende proprio realizzare tutto questo che ci siamo detti: dare significati nuovi. La benedizione non è un Sacramento, non è un trasmettere la grazia divina, ma è un “tentativo intelligente” per dare nuovi significati alle cose, significati positivi, significati evangelici. Benedico l’oggetto per comunicarti meglio un messaggio…
E il messaggio è questo: non ti vieto di usare il tuo cellulare, ti invito solo a usarlo bene riconoscendo le sue potenzialità e i suoi limiti perché tutte le cose (compreso l’uomo) contengono limiti e potenzialità e riconoscerli ci aiuterà a evitare i rischi e a rimanere umani!
Don Alessandro Palermo