La (dis)informazione

Claudia Marchetti

Marsala

La (dis)informazione

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martedì 17 Gennaio 2017 - 07:30

La politica italiana sembra scomparsa dalle cronache di questi giorni. A parte il problema di salute del premier Gentiloni e le toppe alla riforma della scuola, i mezzi di informazione si affidano sempre più alla nera, dando in pasto ai telespettatori femminicidi, figli che uccidono genitori, genitori che ammazzano figli. Così tra una spaghettata e l’altra, l’ascia e le tracce di sangue dell’assassino si confondono col pomodoro. E non ci accorgiamo di quanta bestialità ci sia in questa quotidianità pericolosa. Perchè più restiamo inermi di fronte a queste vicende e più uccidere un uomo diventa una cosa “ordinaria”. Trattare l’informazione oggi, non è facile. I mezzi di comunicazione come televisione e social sono molto potenti, spesso hanno un forte controllo sulle menti, soprattutto sulle personalità più deboli e meno scolarizzate; difficilmente si riesce a scindere una notizia vera da una falsa. Ma ancor più pericoloso è chi gestisce questa informazione. Come primo esempio voglio citare il caso 5 Stelle e Di Maio. Il Movimento fondato da Grillo e Casaleggio non trova pace. Ma ogni volta che Di Maio pubblica un post sui Social e, se per sua scarsa abilità nel prestare attenzione ai tasti dell’iPad sbaglia un congiuntivo, ecco che si scatenano le critiche. Da quando in questo paese sbagliare la coniugazione di un verbo è reato? Certo la lingua italiana poverina è messa a dura prova, ma c’è più da preoccuparsi dei falsi in bilancio, della corruzione, della collusione per mafia, della bancarotta, dell’evasione… questi sì che sono reati contemplati dal Codice Penale!

E se ciò non bastasse a rendere l’idea, possiamo citare un altro caso. Già due anni fa l’Ordine nazionale dei Giornalisti era intervenuto contro il format di Barbara D’Urso e il suo modo di “fare” informazione. Anzichè occuparsi di gossip e mondanità, dalle sue mani sono passati anche casi di cronaca nera. L’ultimo, quello di Ylenia, la ragazza messinese bruciata dall’ex fidanzato e che la stessa ragazza difende a spada tratta. A parte il fatto che i processi si svolgono e vanno decisi esclusivamente nelle aule di Tribunale, le esternazioni della D’Urso sono allarmanti: “Sai che ci sono uomini che uccidono per troppo amore”, ha detto alla vittima. Parole gravissime, che non possono passare inosservate. Non può trapelare un messaggio del genere nel più potente mezzo di comunicazione e in una delle reti principali della televisione italiana. E per di più se a pronunciarle è una donna. Con buona pace di tanti anni di conquiste e adeguate informazioni su cosa una donna debba fare nel momento in cui è vittima di violenza. Una riflessione per tutti i centri antiviolenza d’Italia, e per le persone di buon senso.

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