Se c’è una qualità nel nuovo ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, è la coerenza. Su questo non ci sono dubbi. Senza cadere nella facile ironia diciamo subito che si è dichiarata coerente alla linea di chi l’ha preceduta nel dicastero: Stefania Giannini. I tanti insegnanti arrabbiati, indignati che al referendum costituzionale sono andati a votare No per dare una lezione al governo, possono stare sereni, come direbbe Matteo Renzi. Non cambierà assolutamente nulla. Il suo compito, essendo una con la tessera del sindacato in tasca, sarà quello di gettare acqua sul fuoco alle pretese dei sindacati. In questi giorni cercando tra i senatori e i deputati qualche informazione su di lei ho letto frasi del tipo “E’ seria”, “Ho lavorato bene con lei”, “Sa fare squadra”. Ma alla domanda da fare sarebbero state altre: ne sa di scuola? E’ competente? E’ preparata? L’unica risposta che abbiamo trovato è arrivata da un deputato del suo stesso partito (un gufo?): “Praticamente non sa nulla, ma quando mai un ministro dell’istruzione ne ha saputo di scuola?”. Certo, giusto così. A dirigere presidi, docenti, collaboratori scolastici, rettori (il fatto che non sia laureata non c’entra nulla), a dare indicazioni sulla valutazione, ad occuparsi di edilizia scolastica, di didattica, di scuola dell’infanzia, non potevano certo metterci un competente, meglio la Fedeli, che per dodici anni si è occupata di maglie e camicie come segretaria generale dei lavoratori dei tessili alla Cgil. In tema di coerenza la Nostra è stata prima di tutto coerente alla filosofia del suo partito partito ( e che doveva essere coerente con quelli di Forza Italia?). Prima del referendum, Valeria Fedeli intervenendo a “L’aria che tira” su La7 aveva detto testualmente come da filmato presente sul web: “Io penso che i parlamentari si devono porre il tema che se viene bocciata questa riforma, debbano prenderne atto. Parlo di me, chi mi conosce sa che uso in autonomia il mio pensiero e la mia testa (di solito le sue colleghe la usano in conto terzi? n.d.r.): il giorno dopo se ha vinto il No ne devi prendere atto. E’ giusto rimettere il mandato da parte del premier ma anche con la consapevolezza dei parlamentari. Tolgo l’alibi a chi pensa a chi pensa tanto stiamo lì fino al 2018 perché pensano alla propria sedia. Io non penso alla propria sedia”. E infatti le sedie le ha raddoppiato, ci ha messo pochi giorni ad accettare anche quella di ministro. Però noi che siamo un po’ bonaccioni (o fessi come direbbe un nostro amico), auguriamo al neo ministro un pò di sana incoerenza. Ascolti gli insegnanti e i dirigenti che non hanno da difendere alcuna poltrona e che possano riportare al ministro le reali esigenze dell’istruzione e non quelle mediate dai “polverosi” dirigenti del ministero. La dimostri subito questa sana incoerenza occupandosi immediatamente del piano nazionale di formazione che rischia di naufragare. Poi continui a dimostrarla mandando avanti una legge seria sul tema disabili; riprendendo in mano i fallimentari organi collegiali che hanno portato alla guerra tra genitori e docenti; prendendo atto che la scuola secondaria di primo grado ha bisogno di una revisione. Dimostri l’incoerenza che serve portando nel suo staff non nomi indicati da questo o da quello ma i migliori presidi, professori e maestri della nostra scuola, quelli che ne sanno davvero di vita tra i banchi. Ma noi si sa siamo un po’ fessi…
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