Zsuzsanna Jakab, direttrice dell’ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha visitato ieri il comando della Guardia costiera di Trapani, le postazioni dell’Azienda sanitaria provinciale presso le banchine del porto e l’hot spot di Milo, incontrando gli operatori che lavorano nelle operazioni di salvataggio e nell’assistenza ai migranti al loro arrivo. Nel corso del 2016 a Trapani vi sono stati 30 sbarchi, con 12.471 migranti, di cui 2.622 minori. “Sono rimasta molto colpita da quello che abbiamo visto. Quello che state facendo qui in Sicilia per i migranti è un modello fantastico, a cui deve guardare l’Europa – ha detto – Quello che più ci ha colpito è stata l’umanità e la generosità che emana in tutti gli operatori, che svolgono il loro compito con tutto il cuore, considerandolo non un lavoro, ma una missione. Molti dirigenti di paesi europei dovrebbero venire al porto di Trapani e all’hot spot di Milo per capire. Per quanto ci riguarda, potete contare su di noi”.
La Jakab, accompagnata da Santino Severoni, coordinatore dell’ufficio migrazioni dell’OMS Europa, dal dirigente generale dell’assessorato regionale alla Salute Ignazio Tozzo, dal direttore generale dell’ASP di Trapani Fabrizio De Nicola e da Pietro Bartolo, dirigente medico del presidio sanitario di Lampedusa, è stata poi ricevuta in serata in prefettura dal prefetto di Trapani, Giuseppe Priolo, dal vescovo Pietro Maria Fragnelli e dalle autorità civili e militari della città.
“Purtroppo devo sottolineare – ha detto Tozzo – come la Sicilia sia stata lasciata sola, almeno per quanto riguarda l’aspetto sanitario. Tutte le risorse, sia di personale che finanziarie, fanno riferimento al nostro sistema sanitario regionale. Penso che la voce autorevole dell’OMS possa far capire nelle giuste sedi quanto sia necessario un intervento sia organizzativo, in termini di personale, che economico”.
De Nicola infine ha ringraziato la Jakab per le parole di apprezzamento e ha spiegato come proprio da Trapani partirà il prossimo step, il progetto Fami-Silver per l’assistenza psicologica ai migranti, “perché la sofferenza non è solo fisica, ma anche dell’anima”.