E’ di circa 1 milione di euro il valore dei beni confiscati ai detenuti Filippo, Francesco e Maria Guttadauro, rispettivamente cognato e nipoti del latitante Matteo Messina Denaro. Si tratta di un provvedimento in esecuzione di un decreto emesso lo scorso 2 marzo dal Tribunale di Trapani, sezione Misure di Prevenzione con cui si è predisposta l’applicazione della misura di prevenzione personale e quella patrimoniale della confisca di un bene immobile, rapporti bancari e società alla famiglia Guttadauro.
La misura riguarda le indagini eseguite dalla Divisione Anticrimine della Questura di Trapani e dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani, in ordine ad una peculiare operazione di interposizione fittizia che ha visto i titolari del gruppo imprenditoriale “Niceta” di Palermo ed il relativo asset, operante tra l’altro nel settore della commercializzazione di abbigliamento, calzature, preziosi e pelletteria, assumere un ruolo strumentale in favore del vertice di “Cosa Nostra” nella Sicilia occidentale, rappresentando occultamente, in provincia di Trapani, gli interessi economici di esponenti di primo piano del mandamento mafioso di Castelvetrano, quali Filippo Guttadauro e si suoi due figli Francesco e Maria e, per loro tramite, in contiguità con il noto imprenditore Giuseppe Grigoli, anche il superlatitante Matteo Messina Denaro.
Si tratta, nello specifico, del trasferimento fraudolento di utilità economiche operato da Filippo Guttadauro – e dai figli Francesco e Maria – con gli imprenditori palermitani per l’attribuzione fittizia di società e relativi punti vendita presso il centro commerciale “Belicittà’”, di Giuseppe Grigoli, come noto soggetto attraverso cui Messina Denaro controllava la grande distribuzione alimentare in tutta la Sicilia.
Nei confronti di Massimo e Piero Niceta e della Niceta Olimpia è stato instaurato analogo procedimento di prevenzione presso il Tribunale di Palermo sezione Misure di Prevenzione.