Il commissario straordinario Arnone “Sono state portate a buon fine due opere importanti”
Passerà alla storia come una delle spese più esose affrontata dalle amministrazioni comunali degli ultimi decenni. Infatti, la Cittadella dei Giovani, inaugurata ieri pomeriggio, è costata ai contribuenti alcamesi quasi 4 milioni di euro. È stato il commissario straordinario Giovanni Arnone a volere aprire a tutti i costi le porte del sito culturale alla cittadinanza, di cui si attende l’affidamento della gestione attraverso un futuro bando, alla presenza dei tre sindaci che hanno amministrato Alcamo negli ultimi 20 anni: Massimo Ferrara, Giacomo Scala e Sebastiano Bonventre. Secondo quanto affermato da Arnone, la Cittadella è stata completata senza alcun problema, con una sola perizia di variante. “Fortunatamente, non abbiamo avuto contenziosi con le imprese”, ha dichiarato il commissario.
In realtà, i lavori del centro giovanile, nel 2012, erano stati appaltati all’impresa C.E.L.I di Santa Ninfa per 2 milioni e 581 mila euro. Solo nel 2014, quando è stato rescisso il contratto con la ditta per questioni legate alla subentrata nell’appalto, la CELI Energia s.r.l., i lavori sono stati affidati alla seconda impresa in graduatoria, l’ATI Damiga S.r.l. (Capogruppo mandataria) e la Maltese S.r.l. (Impresa mandante) per 2 milioni 650 mila euro, facendo lievitare il costo dell’opera, i cui lavori si erano per l’appunto allungati nel tempo.
“I giovani avranno degli spazi per promuovere la cultura” ha affermato Arnone, omettendo, però, il fatto che la Cittadella dei Giovani, attualmente, è sprovvista di arredamento. Dunque, i ragazzi godranno di un’area priva di mobilia e ornamenti. Infatti, soltanto l’auditorium intitolato ad Enrico Cassarà, fondatore del The Brass Group scomparso prematuramente, è stato dotato di suppellettili. Il commissario ha, inoltre, ricordato come i giovani alcamesi siano stati fortunati nell’ereditare questa struttura, in quanto è difficile individuare un edificio simile nel resto della Sicilia e, persino, in Italia. In effetti, in una precedente inchiesta effettuata dalla nostra testata, avevamo dimostrato che in Italia esiste una sola Cittadella dei Giovani funzionante, che si trova ad Aosta. Era stato, però, sottolineato il fatto che, al contrario di Alcamo, il capoluogo della Valle D’Aosta è un centro universitario in grado di attirare i giovani da tutta la regione. Non solo, ma avevamo anche messo in risalto la circostanza che l’avviamento della struttura valdostana era stato reso possibile da somme messe a disposizione dalle Regione della Valle D’Aosta e dal capoluogo che ospita il centro giovanile.
Ad oggi, è difficile capire in che modo e con quali risorse verrà gestita la Cittadella dei Giovani di Alcamo. Comunque, secondo il commissario Arnone “Sono state portate a buon fine due opere importanti”. Infatti, oltre agli spazi destinati ai ragazzi, vi è quello dell’Anfiteatro Orto di Ballo per il quale l’amministrazione comunale ha speso una cifra simile alla Cittadella. Se sommiamo l’intero importo sborsato per i due siti culturali, si supera quota 8 milioni di euro. In totale, dunque, si è compiuto un dispendio di circa 15 miliardi delle vecchie lire, per assistere esterrefatti alla vista di una immensa montagna di cemento. Infatti, così come l’Anfiteatro, che dovrebbe contenere 800 posti a sedere, la Cittadella è una enorme costruzione attorno alla quale non si è riusciti a realizzare neanche un po’di verde, se non attraverso l’installazione dell’erba sintetica negli spazi esterni! Senza contare, poi, i cento mila euro pagati per la realizzazione di un sobrio ingresso artistico. Dunque, sembra che le amministrazioni passate abbiano pensato più al contenitore che ai contenuti culturali per i giovani, evitando di mettere al centro della loro crescita il rapporto dell’uomo con la natura. Per tale motivo, più che un messaggio di speranza per i ragazzi alcamesi, l’inaugurazione sembra aver avuto come unico obiettivo quello di rappresentare un’ulteriore occasione per pubblicizzare l’attività della precedente classe politica, la quale pare voglia sfruttare l’opera come simbolo per accingersi alla prossima competizione elettorale, sperando in un glorioso ritorno.
Linda Ferrara