Il caso Cimiotta continua a tenere banco sul fronte politico. Sulla vicenda che coinvolge il consigliere comunale marsalese del Pd si registra adesso una nuova presa di posizione da parte del Movimento 5 Stelle. Finora i pentastellati, attraverso il portavoce a Sala delle Lapidi Aldo Rodriquez, si erano limitati ad auspicare l’autosospensione di Vito Cimiotta dal gruppo dei democratici. Auspicio che si era concretizzato con l’annuncio dello stesso giovane penalista marsalese, che lunedì sera aveva comunicato la propria decisione di lasciare temporaneamente il gruppo consiliare del Pd. Contattato dalla nostra redazione per un commento sulla vicenda, Rodriquez aveva confermato la propria posizione.
Nel giro di qualche ora, però, il Movimento 5 Stelle ha cambiato idea: “Non è l’autosospensione a garantire la pulizia di un partito che conta nel solo 2015 oltre 80 fra indagati, rinviati a giudizio e condannati per vari reati in tutta Italia. Il consigliere ad oggi ricopre la presidenza della commissione bilancio, la più importante in chiave amministrativa, quella dalla quale passano al vaglio i provvedimenti amministrativi in tema economico ed è davvero osceno che un rinviato a giudizio per voto di scambio ne sia alla guida. Il M5S chiede le dimissioni da quella presidenza e le dimissioni da consigliere comunale, cosa che dovrebbe pretendere il PD, che lo ha portato dentro il palazzo comunale”.
Appare chiaro, a questo punto, che la posizione più severa assunta dai pentastellati in queste ore nei confronti di Cimiotta sia effetto delle scorie nazionali dovute al “caso Quarto”. E, del resto, lo conferma la parte finale del comunicato diffuso martedì sera: “Il partito di Renzi non può girarsi dall’altro lato quando questi fatti riguardano i suoi: impari dal M5S che dell’onestà e del rispetto delle istituzioni ha fatto una bandiera, i fatti di Quarto, con l’espulsione prima del consigliere De Robbio, fatta precedentemente alle indagini, e poi con quella del Sindaco Rosa Capuozzo, per non aver denunciato il ricatto che le veniva perpetrato, la dicono tutta ed in maniera chiara su come il M5S tratti fatti analoghi: chi sbaglia paga e viene messo alla porta. Se il sindaco Di Girolamo non agirà in tal senso avrà enormi responsabilità in merito alla vicenda, sia come sindaco che come segretario locale del PD”.
Ma l’offensiva lanciata dal M5S sul “caso Cimiotta” va al di là dello scenario politico marsalese. Il senatore Vincenzo Maurizio Santangelo ha infatti preannunciato che il sindaco Alberto Di Girolamo verrà ascoltato dalla Commissione Antimafia sulla vicenda. “La lotta alle mafie – scrive Santangelo – è un impegno fondamentale e senza montare strumentalizzazioni, bisogna far chiarezza sul territorio nazionale e su tutte le amministrazioni locali dove si contano indagati, rinviati o già citati in giudizio e senza contare gli uomini piazzati nelle partecipate e nelle aziende“.
Va detto, per amor di verità, che l’accusa di voto di scambio che ha portato al rinvio a giudizio del consigliere comunale marsalese non è corredata dall’aggravante mafiosa.
Nel frattempo, è stata resa nota la data della prima udienza del processo che vede imputato Vito Cimiotta, in programma il prossimo 11 aprile.