Crisi idrica nei 25 Comuni trapanesi: “Diga Garcia a secco, dove sono gli impianti promessi?”

Claudia Marchetti

Crisi idrica nei 25 Comuni trapanesi: “Diga Garcia a secco, dove sono gli impianti promessi?”

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mercoledì 19 Novembre 2025 - 07:00

La provincia di Trapani si trova ormai in piena emergenza idrica: tutti i 25 comuni del territorio registrano una situazione critica, con le riserve d’acqua che si assottigliano in maniera preoccupante. L’allerta è massima e le autorità locali lanciano segnali di allarme sul rischio che la scarsità idrica diventi rapidamente una crisi sociale ed economica, soprattutto nei mesi invernali e con l’avvicinarsi delle festività natalizie. Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, non nasconde le sue preoccupazioni: “Tra un mese, con l’aumento della popolazione previsto per Natale, avvertiremo un calo significativo delle portate idriche. Non si tratta di schieramenti politici: l’acqua è vita. Ma c’è stata una cattiva gestione. Come mai nel lago Garcia, pur con le piogge registrate, l’acqua non arriva? Dove sono il dissalatore e i due moduli di Porto Empedocle e Gela, previsti per giugno-luglio?”.

Controlli e denunce

Un mese fa l’ATI Idrico aveva già richiesto alla Regione Siciliana di sospendere i prelievi per uso irriguo, destinando maggiori risorse al consumo civile. Oggi l’ente alza il livello della denuncia: la cabina di regia regionale, secondo l’ATI, avrebbe autorizzato prelievi eccessivi dalla diga Garcia, compromettendo la disponibilità di acqua potabile nei comuni. La questione è stata illustrata dal presidente dell’ATI, Francesco Gruppuso, insieme al direttore generale Pierluigi Carugno e al sindaco Tranchida. “Siamo passati dai 22 milioni di metri cubi del 2024 ai 18 milioni del 2025 – ha spiegato Gruppuso – e nonostante questa riduzione, sono stati autorizzati ulteriori 5 milioni di metri cubi per uso irriguo. Così rischiamo di rimanere a secco già da gennaio 2026”. L’ATI individua la causa principale nella mancata ricarica dell’invaso Garcia, fonte primaria di approvvigionamento idrico del sovrambito, da cui si attinge sia per uso civile che agricolo. Gruppuso parla di “prelievi imprudenziali” e punta il dito contro responsabilità tecniche, amministrative e politiche. Durante le cabine di regia recenti, è emerso che i prelievi irrigui eccessivi, pari a oltre 5 milioni di metri cubi, hanno impedito il naturale accumulo dell’invaso. “Siamo in piena emergenza – sottolinea Gruppuso – e se non dovesse piovere, potremmo trovarci in crisi acuta tra fine dicembre e inizio gennaio”.

Riduzioni forniture, cosa succede con Dighe e impianti

L’ATI denuncia di non essere stata ascoltata e di aver subito una riduzione delle forniture dal sistema Montescuro Ovest, al confine tra l’agrigentino e il trapanese, aggravando ulteriormente la situazione. Il quadro che emerge è allarmante: nonostante le piogge di novembre, i livelli dell’invaso Garcia restano insufficienti, mentre le strutture previste per il dissalatore e i moduli aggiuntivi non sono ancora operative. L’ATI chiede interventi strutturali immediati: la piena operatività del dissalatore fino a 96 litri al secondo, l’interconnessione del sistema Montescuro con quello regionale, il by-pass dei pozzi cittadini e l’ammodernamento del depuratore consortile di Trapani, che ogni giorno scarica 200 litri al secondo di acqua depurata non riutilizzata. L’ente ha già predisposto soluzioni straordinarie, come il prelievo diretto dal centro dell’invaso tramite una zattera galleggiante, ma il tempo è limitato: l’operazione richiederà 40-50 giorni. Sul fronte degli impianti, il modulo dissalatore di Trapani ha iniziato a funzionare con una produzione di 75 litri al secondo, destinata a salire a 96. Tuttavia, secondo l’ATI, servirebbero almeno una o due ulteriori linee per far fronte alla domanda.

La situazione nei comuni trapanesi

La situazione dei comuni è fortemente disomogenea: 14 enti dell’ex EAS dipendono quasi totalmente dal sovrambito e si trovano in gravissima difficoltà, nonostante interventi sui pozzi e finanziamenti regionali per oltre 5 milioni di euro. La deputata regionale M5S Cristina Ciminnisi denuncia ulteriori criticità: “Alla Diga Trinità i lavori non sarebbero mai iniziati. Nel frattempo, l’acqua della Diga Garcia, già in sofferenza estrema, è stata dirottata verso le campagne, sottraendola alle città. La Regione Siciliana ha creato le condizioni per l’ennesima ‘guerra tra poveri’, tra cittadini e agricoltori costretti a contendersi l’acqua disponibile”. Secondo Ciminnisi, nonostante le piogge, il livello dell’invaso Trinità resta fermo a 61,88 metri, appena sotto il limite massimo oltre il quale l’acqua finirebbe in mare. La richiesta di innalzamento a 64 metri non è stata completata, generando il rischio di spreco programmato. “È l’ennesimo fallimento delle politiche idriche regionali: mai strutturali, sempre emergenziali”, sottolinea la deputata. L’ATI lancia un appello alla cittadinanza: “Chiediamo a tutti un uso parsimonioso e responsabile dell’acqua, indipendentemente dal costo in bolletta. È un bene prezioso, oggi più che mai limitato. Serve la collaborazione di tutti”. La provincia di Trapani è a un bivio: senza interventi urgenti e coordinati, l’inverno 2025 rischia di trasformarsi in una crisi idrica diffusa, con conseguenze dirette per cittadini, agricoltura e attività economiche. 

Parla il Presidente della Provincia Salvatore Quinci

Sul fronte idrico siamo all’emergenza dell’emergenza. Le preoccupazioni del territorio sono legittime e condivisibili. Senza un intervento deciso ci si avvia verso un pericoloso conto alla rovescia che porterà le nostre Città a rimanere senz’acqua. Per fermarlo è necessario un intervento immediato legato ad una strategia. Regione, Genio Civile, Protezione Civile ed Autorità di Bacino, con il pieno coinvolgimento dell’ATI, hanno il compito istituzionale di trovare soluzioni efficaci che non siano soltanto legate alla necessità di superare l’ennesima crisi in corso. Bisogna porre le basi per ridefinire il sistema di approvvigionamento idrico dei nostri territori”. Sono queste le parole del Presidente del Libero Consorzio Comunale di Trapani Salvatore Quinci.

La Cabina di regia regionale deve necessariamente essere, e stare, in prima linea. Le Città trapanesi stanno vivendo un’emergenza che va spiegata. Serve una risposta all’incapacità dell’invaso Garcia di recuperare la portata d’acqua. E’ un’anomalia che va indagata perché appare, per certi versi, incomprensibile. E’ una delle basi per ricostruire l’intero sistema. Finisce per essere un’anomalia anche il mancato intervento sulla diga Trinità, che è al limite. Ancora pochi centimetri e ci sarà la beffa: l’acqua scaricata in mare. L‘impegno di Siciliacque a trasferire l’acqua del Lago Arancio può trovare una sorta di automatismo nei momenti più critici? L’impiego di 5 milioni di metri cubi d’acqua, in estate, ad uso irriguo, aveva un presupposto tecnico di prospettiva?” si chiede Quinci.

Così continua il Presidente della Provincia trapanese e sindaco di Mazara del Vallo: “Nessuno è alla ricerca di un comodo banco degli imputati, ma è indispensabile, ieri come oggi, conoscere la cinghia di trasmissione delle responsabilità che sta dietro le scelte che sono state intraprese. Si tratta di punti critici – indicando soltanto i più eclatanti – che vanno affrontati in parallelo alle proposte risolutive. Senza chiarezza è una sfida già persa. Anche i passi avanti importanti e concreti dell’ATI idrico trapanese, che ha avuto un forte impulso con la presidenza Gruppuso, devono essere inseriti in un nuovo contesto istituzionale e politico. L’obiettivo del gestore unico deve essere calmierato con le condizioni dei nostri territori. La vicenda-vertenza dei Comuni ex EAS, con la Regione che intende rifondere Siciliacque, rivalendosi poi sulle amministrazioni locali, è simbolica di una condizione d’incertezza da cambiare radicalmente nell’interesse delle comunità. L’acqua è un bene inalienabile, la sua distribuzione è un servizio inattaccabile, ma alle fine ci sono sempre e comunque loro, i cittadini”.  

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