Passeggiare lungo il litorale della Riserva Naturale Orientata delle Isole dello Stagnone di Marsala dovrebbe essere un’esperienza di meraviglia: il paesaggio unico, i riflessi del mare, il profumo del sale. E invece, sempre più spesso, lo spettacolo che si presenta agli occhi è quello di un degrado crescente e inaccettabile. Tra la sabbia e i ciottoli, si possono “ammirare” bottiglie di plastica di detersivi, frammenti di vetro, sacchi dell’immondizia non differenziata: un campionario triste dell’inciviltà quotidiana. La Riserva, che dovrebbe rappresentare un santuario di biodiversità e un esempio di tutela ambientale, è diventata il simbolo di un’abitudine distruttiva e di un’indifferenza collettiva che sembrano non conoscere fine. Ogni rifiuto abbandonato è un colpo inferto al mare, agli uccelli, alla flora e a quel delicato equilibrio che fa dello Stagnone un luogo unico al mondo. Quanto ancora si dovrà andare avanti così? Quanti appelli, quante campagne, quante promesse disattese prima che si comprenda che proteggere l’ambiente significa rispettare noi stessi? Lo Stagnone merita attenzione, rispetto e responsabilità, non l’abbandono silenzioso di chi volta lo sguardo dall’altra parte. E invece quello che interessava era solo la sentenza per tenere inverno-estate i chioschi.
