L’incendio all’Antico Mercato, parla Daniele Crimi: “Potevano fare una strage, ma io vado avanti”

Vincenzo Figlioli

L’incendio all’Antico Mercato, parla Daniele Crimi: “Potevano fare una strage, ma io vado avanti”

Condividi su:

mercoledì 15 Ottobre 2025 - 06:45

L’Antico Mercato si riempie di turisti. La guida spiega la storia di questo luogo iconico della città, gli smartphone sono già in azione per immortalare i mille colori dei banconi, tra pesci, crostacei e molluschi, ma anche frutta e verdura di stagione. Immagini che restituiscono l’identità di una città, da sempre legata al mare e alla terra e che i visitatori mostrano di gradire. Al centro del Mercato c’è Daniele Crimi, il volto provato dall’incendio di sabato notte alla sua pescheria, ma anche l’espressione determinata di chi è abituato a farsi forza e andare avanti nella vita. “Dopo il Covid qui dentro è cambiato tutto. Ogni giorno vengono turisti a pranzare. Sono venuti anche ieri, ma ho dovuto dirgli che c’è stato un corto circuito e per qualche giorno resteremo chiusi”.

La realtà, naturalmente, è diversa: sabato, nel cuore della notte, qualcuno si è introdotto all’interno dell’Antico Mercato, lanciando alcune bottiglie piene di benzina contro la pescheria di Daniele Crimi. Le fiamme si sono propagate rapidamente, devastando i banconi, le pedane, il telone del chiosco. “Poteva essere una strage, con le bombole del gas che ci sono qui”, sottolinea Daniele Crimi, che ha denunciato i fatti ai Carabinieri, che stanno indagando sulla vicenda. Verosimilmente, saranno le telecamere del centro storico a consentire di identificare i soggetti che hanno appiccato l’incendio. Più che una bravata, tuttavia, la dinamica fa pensare ad un’azione mirata. La matrice dolosa del rogo appare evidente e tra le ipotesi più accreditate c’è anche quella della ritorsione. Daniele Crimi non nasconde la sua amarezza, perchè sa bene che spesso, nonostante le denunce e gli arresti, dopo poco tempo gli autori di certi atti tornano in libertà e riprendono a fare la vita che facevano prima. Il principio della funzione rieducativa della pena, prevista dalla nostra Costituzione, da queste parti fatica ad affermarsi. Eppure ce ne sarebbe un grande bisogno, perchè è proprio da lì che potrebbe partire il cambiamento per interrompere la sequenza di atti criminali che continua a verificarsi a Marsala.

In questi anni, diversi esercenti della città hanno evidenziato proprio questo tema: le denunce ci sono, gli arresti pure, ma poi qualcosa si inceppa. E chi ha denunciato non si sente al sicuro, finendo per chiedersi se ne valeva la pena. “Ci vorrebbero leggi diverse per cambiare le cose”, dice Daniele Crimi. Poi rivolge lo sguardo ai turisti in arrivo, dispiaciuto di non poterli accogliere come faceva fino alla settimana scorsa. “Ma sto già comprando tutta l’attrezzatura nuova. Tra qualche giorno qui sarà più bello di prima”.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta