Misiliscemi compie un passo importante verso un futuro più sicuro. Giovedì 12 settembre, presso la sede comunale, il sindaco Salvatore Tallarita ha ricevuto ufficialmente la bozza dello Strumento Operativo di Protezione Civile, un documento atteso e strategico, ideato e redatto interamente dai volontari della Pubblica Assistenza “Il Soccorso”. Un lavoro che non nasce dal nulla, ma da anni di impegno silenzioso e costante, fatto di progetti innovativi, sensibilizzazione della cittadinanza e formazione continua. Ora, quelle esperienze si condensano in un vero e proprio manuale di resilienza, pronto a guidare istituzioni e cittadini nella prevenzione e nella gestione delle emergenze.
A illustrare i contenuti e le finalità del piano, durante l’incontro con il primo cittadino, sono stati Pino Aceto, presidente della p.a. “Il Soccorso” ed esperto di Disaster and Risk Management, e l’ingegnere civile Giuseppe Corso, con specializzazione in Protezione Civile. Lo Strumento Operativo non è una mera raccolta di regole, bensì una struttura organica, articolata in sezioni precise e complementari: un inquadramento generale del territorio e dei rischi prevalenti, un’accurata analisi degli scenari di rischio, dalle alluvioni agli incendi boschivi, fino al pericolo sismico, la definizione di una struttura organizzativa con ruoli e responsabilità chiari, la mappatura delle risorse, dalle aree di attesa ai percorsi di evacuazione, procedure operative dettagliate per garantire risposte rapide e coordinate, un sistema informativo e di comunicazione per diffondere allerte e collegare istituzioni, volontari e cittadini. Un impianto dinamico, dunque, capace di adattarsi alle trasformazioni del territorio e alle nuove esigenze di sicurezza. Il presidente Aceto ha voluto sottolineare il valore corale del progetto: “Questo lavoro rappresenta un risultato condiviso, frutto della passione e della professionalità dei nostri volontari. È la conferma che la protezione civile non è solo tecnica e procedure, ma anche dedizione, responsabilità e amore per il proprio territorio. Il nostro obiettivo è e rimane uno solo: il benessere e la sicurezza della collettività”. Accanto alle parole, i fatti: la Pubblica Assistenza “Il Soccorso” può contare su una struttura solida, composta da operatori formati, mezzi moderni e attrezzature adeguate.
Una macchina organizzativa che negli anni ha maturato esperienza sul campo, investendo in formazione, innovazione e comunicazione diretta con i cittadini. La bozza presentata al Comune è l’esito di un percorso di crescita progressiva. Esperienze come il Progetto Poseidone, con il monitoraggio meteorologico e la videosorveglianza dei corsi d’acqua, o il Questionario Richter, che ha coinvolto la popolazione in un processo di conoscenza dei rischi, hanno posto le basi per il nuovo strumento. Si tratta di tasselli di una stessa visione: costruire un sistema di protezione civile non calato dall’alto, ma fondato sulla partecipazione, sulla conoscenza diffusa e sul coinvolgimento diretto dei cittadini. Il sindaco Tallarita, accogliendo il documento, ha ribadito l’importanza di un percorso condiviso: “Lo Strumento Operativo non può rimanere un atto formale. Deve vivere e crescere con il contributo della comunità, arricchirsi dell’esperienza di chi conosce il territorio e di chi ogni giorno lavora per proteggerlo”. Un invito alla collaborazione, che pone le basi di un’alleanza virtuosa tra istituzioni, volontariato e popolazione. Perché la protezione civile non è solo gestione dell’emergenza: è anche cultura della prevenzione, educazione alla sicurezza, costruzione di una cittadinanza più consapevole e resiliente.
La presentazione della bozza segna l’avvio di una fase nuova per Misiliscemi: un territorio giovane, ma già proiettato verso un modello di governance moderna, che fa della partecipazione e della responsabilità condivisa i suoi cardini. Non è un traguardo, ma un punto di partenza. Lo Strumento Operativo, se costantemente aggiornato e alimentato dall’esperienza sul campo, potrà diventare il vero punto di riferimento in caso di emergenza. E soprattutto, potrà rappresentare un modello replicabile, un esempio di come una comunità, un’amministrazione attenta e un volontariato competente possano costruire insieme un sistema di protezione civile vicino ai cittadini, concreto ed efficace. In fondo, è proprio qui che si gioca la sfida: non nell’attesa dell’emergenza, ma nella capacità di prepararsi, di formarsi, di creare legami solidi. Perché la sicurezza non è un atto burocratico: è un bene comune, da coltivare giorno dopo giorno.