“Non sono un monarca ma uno che ha un carattere, e questa città non è in vendita”. Una conferenza stampa fiume quella di stamattina in sala Sodano a Palazzo D’Alì, durante la quale il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha risposto alle domande dei giornalisti e raccontato la sua versione dei fatti dopo le dimissioni dell’assessore Emanuele Barbara. Che ha comunque ringraziato per il lavoro svolto in questi anni al servizio della città.
“Ho voluto prendermi 48 ore di tempo per mettere in fila i fatti, riflettere e fare le mie considerazioni personali sulla vicenda” ha detto in apertura, scusandosi con i giornalisti per non aver voluto rispondere prima alle domande.
La vicenda, ormai nota, riguarda la telefonata tra Antonini e Barbara diffusa dallo stesso imprenditore romano sul suo profilo X. Nella conversazione, l’assessore raccontava di pressioni ricevute dal sindaco per trasformare i cori offensivi intonati allo stadio durante la partita Trapani-Latina in un attacco politico contro Antonini. Barbara ha poi chiarito che quei cori non erano legati alla questione PalaShark, ma alla mancata concessione di un locale per la tifoseria. Da qui le sue dimissioni dalla Giunta, denunciando un clima ingestibile e l’atteggiamento “monarchico” del primo cittadino.
Una conferenza durata oltre due ore, in cui Tranchida ha condannato l’atteggiamento offensivo dei tifosi, ma ha anche ribadito la bontà del suo operato e la necessità di rispettare le regole che la gestione della cosa pubblica impone. Il sindaco si è poi soffermato su diversi aspetti della dialettica politica con il presidente Antonini, leader di Futuro, in particolare sulla questione dell’Ente Luglio Musicale e della partecipata Trapani Servizi.
Il primo cittadino si è appellato alla Guardia di Finanza e alle forze dell’ordine affinché controllino in maniera certosina i bilanci del Comune e delle società partecipate, auspicando che gli stessi accertamenti vengano estesi anche alle attività private che insistono sul territorio.
È poi tornato sul tema del Pala Daidone, sottolineando che nessuno ha mai detto che il Trapani Basket non dovesse giocare lì. Sulla vicenda della convenzione con la società sportiva, Tranchida ha ribadito che l’amministrazione comunale sta chiedendo ulteriori pareri legali e che si continuerà ad agire nel pieno rispetto della legge.
“Non ho mai voluto né chiesto indietro le chiavi del Pala Daidone, mai – ha ribadito con forza –. I colori granata hanno diritto di rimanere nella loro città. Ed è per questo che stiamo lavorando, perseguendo la strada maestra, l’autostrada della legge, mai stradine secondarie”.
Sul fronte politico, con due posti attualmente liberi in Giunta (quello di Barbara e quello che fu di Mazzeo, dimessosi per assumere la presidenza del Consiglio comunale), Tranchida ha spiegato di essere in dialogo con il gruppo Trapani Tua, dal quale attende un nome, e con i “4 coraggiosi”, i consiglieri eletti nella lista dell’ex assessore Barbara (Genco, Grignano, Cammareri e Parisi), che hanno deciso di restare a sostegno della maggioranza.
“Questi consiglieri – ha detto – meritano rispetto e non attacchi gratuiti. Sono stati eletti dai cittadini e servono la città, e solo quella”. “Una volta designati i due nuovi assessori – ha proseguito Tranchida – procederemo con la ridistribuzione delle nomine, sapendo che ai colleghi di Giunta verranno assegnate più deleghe”.
Poi la chiosa finale: “Quanto sta accadendo in questa città, per la veemenza e la violenza che stiamo registrando è a dir poco surreale”.