Trapani cambia: verde pubblico, turismo e lotta al randagismo: parla il sindaco Tranchida

Carmela Barbara

Trapani cambia: verde pubblico, turismo e lotta al randagismo: parla il sindaco Tranchida

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giovedì 31 Luglio 2025 - 07:00

Non solo mare e turismo mordi e fuggi. Trapani cambia pelle e rilancia sul verde pubblico, sui grandi cantieri, sulla mobilità sostenibile e anche sul fronte sociale. Dopo anni di difficoltà, il Comune ha messo in moto una macchina complessa, tra appalti, squadre raddoppiate e interventi mirati. Ne parliamo con il sindaco Giacomo Tranchida, che fa il punto sul presente e guarda avanti, con un occhio a nuovi progetti e uno alle criticità storiche della città.

Sindaco, a inizio estate era partito un maxi piano sul verde pubblico. A che punto siamo oggi?

Siamo a buon punto. Dopo anni di difficoltà dovuti soprattutto alla carenza di personale – penso ai giardinieri e ai tecnici manutentori – abbiamo avviato un piano di recupero vero e proprio. Villa Margherita, via Fardella, viale Marche, via Villa Rosina, piazza La Rocca: in queste settimane abbiamo messo mano a diverse aree critiche. È partito anche un primo lotto di lavori nei parchi di quartiere, come a Xitta e Fulgatore, dove installeremo nuovi giochi a norma con i fondi in avanzo del bilancio consuntivo 2024 di prossima proposizione al consiglio comunale. E stiamo intervenendo sul laghetto della villa, che è stato completamente svuotato per sostituire i vecchi impianti di circolazione. Insomma, i segnali ci sono: i cittadini se ne stanno accorgendo, e anche se molto resta da fare, siamo finalmente tornati a una gestione programmata e costante, non più emergenziale.

Avevate promesso il raddoppio delle squadre per la scerbatura. Ha funzionato?

Sì, e lo stiamo vedendo. Abbiamo rafforzato i servizi di Formula Ambiente, e dove necessario affidato incarichi esterni mirati come sullo scorrimento veloce e per le potature più urgenti. L’obiettivo era riportare sotto controllo il verde, soprattutto nei quartieri periferici, dove l’erba alta rappresentava un problema anche di decoro e sicurezza. È vero che con le ultime piogge e il caldo tutto esplode, e so che qualcuno ha pensato “perché non lo fate prima?”. Ma serve dire le cose come stanno: senza bilancio approvato e senza personale, non potevamo intervenire prima. Oggi, però, stiamo recuperando il tempo perduto.

Parliamo di futuro: quali sono le priorità per i prossimi mesi?

Il futuro si costruisce con i piedi ben piantati nel presente. Abbiamo a disposizione una dote importante di fondi, tra PNRR, FSC e risorse regionali. Siamo stati bravi a non perderne nemmeno uno. Ci sono tanti cantieri già in fase di esecuzione ed alcuni in partenza: scuole, impianti sportivi, interventi nei quartieri, monumenti. Il progetto PINQUA su Cappuccinelli è solo uno dei tanti tasselli della riqualificazione urbana. Sul fronte culturale vogliamo fare un salto di qualità: creare veri e propri percorsi integrati, valorizzando il patrimonio storico e architettonico della città. Pensiamo a qualcosa di simile all’esperienza di Erice, con un coinvolgimento diretto anche della Diocesi. E poi c’è la sfida del turismo crocieristico: vogliamo che chi arriva a Trapani non si limiti a una passeggiata veloce, ma resti, scopra, spenda sul territorio.

E la mobilità? Anche lì i cittadini chiedono risposte concrete.

Assolutamente. Trapani non può più permettersi questo livello di traffico. Abbiamo presentato progetti alla Regione, insieme ad altri Comuni, per ottenere nuovi finanziamenti. Pensiamo a un trasporto pubblico più efficiente, anche gratuito o incentivato, che partirà entro l’anno e al rafforzamento della ZTL in centro. Abbiamo già acquistato grazie a finanziamenti conquistati, 9 nuovi bus ed a breve li metteremo su strada. Le strisce blu aumentano, ma con un obiettivo preciso: scoraggiare l’uso eccessivo dell’auto privata e migliorare la vivibilità urbana. Sul fronte ferroviario, lavoriamo con Ferrovie dello Stato per la bretella che collegherà l’aeroporto di Birgi e per il potenziamento della linea Trapani‑Palermo, passando da Marsala. E poi c’è il porto, che vogliamo rilanciare anche come snodo logistico e commerciale, non solo turistico. L’Interporto a Milo, pertanto, diventa strategico.

Sanità, sociale e giovani: dove si concentreranno gli sforzi?

Sul sociale non si può arretrare. Le fragilità aumentano: dipendenze, anziani soli, giovani senza prospettive. Insieme al Distretto stiamo sostenendo numerosi progetti, anche piccoli, che fanno una grande differenza sul territorio: doposcuola, centri giovanili, attività solidali. Sulla sanità chiediamo rispetto. L’ASP di Trapani ha personale straordinario, ma è sottorganico. E l’università deve smettere di mandare corsi “di risulta”: Trapani merita un vero polo universitario. Stiamo lavorando per far nascere qui il corso di Medicina internazionale, che possa davvero contribuire al rilancio del sistema sanitario locale e offrire opportunità vere ai nostri ragazzi.

Una domanda attuale e concreta: come state affrontando il tema del randagismo, che molti cittadini segnalano come emergenza?

Il randagismo è un problema serio, e lo stiamo affrontando su più fronti. Stiamo rafforzando il controllo sul territorio con le associazioni, incentivando le sterilizzazioni e favorendo l’adozione dei cani tramite convenzioni. Abbiamo anche proposto un progetto pilota con l’ASP per attivare micro-canili di quartiere, gestiti in collaborazione con volontari e veterinari. L’obiettivo strategico però è fare lavoro di squadra con tutti i Comuni del comprensorio e l’Asp. Gli amici a 4 zampe si muovono e non tengono conto dei confini geopolitici, pertanto occorre una strategia d’intervento comune che stiamo definendo al tavolo tecnico insediato. Ma serve un cambio culturale: il randagismo si combatte anche con l’educazione civica e con la collaborazione tra istituzioni, cittadini e mondo del volontariato. I numeri sono in calo rispetto agli scorsi anni, ma non basta. E anche qui vale lo stesso principio: non lasciamo nessuno indietro, neanche gli animali.

In sintesi, sindaco: Trapani oggi a che punto è?

Siamo in cammino. Non siamo ancora dove vorremmo essere, ma abbiamo smesso di arrancare. I segnali ci sono: più cantieri, più verde curato, più ascolto. E soprattutto, una visione chiara di dove vogliamo andare. Ora dobbiamo solo continuare, insieme ai cittadini.

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