Le strutture extralberghiere siciliane chiedono da tempo una revisione del decreto assessoriale sulle strutture ricettive, provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale senza alcuna modifica, esattamente nella versione esitata in precedenza, nonostante le rassicurazioni dell’Assessora regionale al Turismo, Elvira Amata. Una decisione che ha generato forte indignazione e proteste tra i titolari di Bed and Breakfast e Case Vacanza in tutta la Sicilia. In particolare, l’Associazione Strutture Turistiche di Marsala, aderente alla Federazione Fare, si unisce alle critiche mosse a livello regionale e nazionale contro un impianto normativo giudicato eccessivamente restrittivo, sproporzionato e, in alcuni casi, retroattivo. L’associazione chiede con forza il ritiro immediato del decreto e l’avvio di un nuovo percorso di scrittura condiviso con le associazioni di categoria.
Comparto in difficoltà per adeguare le strutture
Secondo l’AST Marsala, il decreto mette in seria difficoltà l’intero comparto extralberghiero, colpendo soprattutto le strutture regolarmente autorizzate secondo le normative precedenti. Tra le disposizioni più contestate c’è l’obbligo, per gli ambienti comuni, di tre bagni distinti: uno per uomini, uno per donne e uno per disabili, ciascuno con antibagno. Una misura giudicata inattuabile, illogica e sproporzionata per realtà familiari con 3 o 4 camere. Altre norme impongono che ogni stanza priva di bagno interno sia dotata almeno di un lavandino, costringendo le strutture a pesanti lavori di ristrutturazione o alla chiusura parziale o totale dell’attività, qualora gli spazi non lo permettano.
La legge chiede obblighi eccessivi tra cui i defibrillatori
Sul fronte della classificazione, il decreto introduce criteri giudicati anacronistici: i B&B a tre stelle dovranno disporre, tra l’altro, di un telefono fisso negli ambienti comuni e di un impianto citofonico abilitato anche alle chiamate esterne. E ancora, obblighi che alcuni definiscono “grotteschi”: defibrillatori obbligatori per ogni struttura, come se i gestori potessero improvvisarsi soccorritori; materassi ignifughi con certificazione e un’altezza minima di 22 cm; televisori da almeno 32 pollici per ogni camera. Il decreto concede tempo per l’adeguamento fino al 30 giugno 2026, permettendo alle strutture di mantenere la classificazione attuale fino al 31 dicembre dello stesso anno. Ma il problema, secondo l’associazione, non è solo di scadenze, bensì di sostenibilità economica e logica delle misure.
La protesta delle strutture extralberghiere
I rappresentanti dell’AST Marsala sottolineano come “… il provvedimento sembra scritto da chi non ha mai soggiornato in un B&B e non si rende conto dei danni concreti che queste regole comportano. Oppure, semplicemente, non se ne cura“. E mettono in guardia: in Sicilia l’83% delle strutture ricettive è extralberghiero. Se migliaia di partite IVA non riusciranno ad adeguarsi, saranno costrette a chiudere, con conseguenze devastanti per l’economia locale, il turismo e la riqualificazione urbana portata avanti negli ultimi anni. La situazione marsalese è emblematica. In occasione del recente 72° Raduno dei Bersaglieri, è emersa chiaramente una ricettività quasi totalmente diffusa, con pochi alberghi e una rete fondamentale di B&B e case vacanza. Infine, l’AST Marsala lancia un appello urgente a tutti gli amministratori e politici, a ogni livello istituzionale, affinché prendano coscienza del problema e si attivino per scongiurare un disastro annunciato, evitando che un settore vitale venga strangolato da norme scollegate dalla realtà e potenzialmente foriere di nuovo abusivismo.