Quinci: “Dopo 14 anni di commissariamento, la Provincia di Trapani torna ai cittadini”

Carmela Barbara

Quinci: “Dopo 14 anni di commissariamento, la Provincia di Trapani torna ai cittadini”

Condividi su:

giovedì 10 Luglio 2025 - 06:29

Dopo quattordici anni di commissariamento, l’ex Provincia di Trapani, oggi Libero Consorzio Comunale, ritrova una guida politica. È la prima volta dalla riforma Delrio del 2014 che l’Ente viene affidato non a un commissario prefettizio, ma a un presidente eletto, seppur con elezione di secondo livello. A raccogliere questa eredità complessa è Salvatore Quinci, sindaco di Mazara del Vallo, oggi al timone di un territorio che attende risposte concrete dopo anni di immobilismo istituzionale. In questa intervista, Quinci delinea una visione chiara e ambiziosa, fondata sulla ricostruzione delle infrastrutture, sul rilancio del ruolo politico dell’Ente e su un’azione condivisa con sindaci e consiglieri: “È tempo di restituire alla nostra provincia dignità istituzionale. Non possiamo più permetterci di rimanere ai margini del dibattito regionale e nazionale. E’ una battaglia epica che tutti dobbiamo insieme dobbiamo raccogliere e affrontare”.

Presidente Quinci, lei ha parlato di “una nuova era per la provincia di Trapani”. Qual è il punto di partenza?

Finalmente, dopo quattordici lunghi anni di gestione commissariale, questo territorio ha un’amministrazione politica legittimata. Abbiamo approvato il regolamento del consiglio, insediato gruppi e commissioni, distribuito le deleghe. C’è una squadra, c’è una visione e c’è una struttura pronta a lavorare. Da due mesi a questa parte si respira davvero un’aria nuova. I cittadini della provincia di Trapani hanno aspettative enormi e noi siamo pronti ad affrontare la sfida.

Ha affidato diverse deleghe, ma ne ha mantenute molte per sé. È una scelta dettata da prudenza o da visione?

Entrambe. In questa fase iniziale ritengo utile mantenere una guida diretta su alcune questioni chiave, per garantire coerenza e rapidità d’azione. Tuttavia, ho piena fiducia nei quattro consiglieri che mi hanno sostenuto e a cui ho affidato deleghe specifiche. Il nostro è un lavoro di squadra, dinamico, aperto al confronto e in continua evoluzione.

Ha tentato di dialogare anche con il centrodestra. Com’è andata?

Ho fatto un’apertura convinta a tutto il consiglio provinciale, anche a chi non ha sostenuto la mia candidatura. Purtroppo, la risposta è stata aspra. Comprendo che ci siano ancora le scorie di una campagna elettorale combattuta, forse troppo rispetto alla reale posta in gioco. Ma guardo avanti. Il clima, nonostante tutto, è positivo. I consiglieri stanno dimostrando senso di responsabilità e voglia di costruire. Sono certo che con il tempo potremo dialogare più serenamente.

Una delle prime questioni urgenti è la variazione di bilancio. Cosa prevede?

È un atto fondamentale, da approvare entro il 31 luglio. Parliamo di circa 20 milioni di euro. Tra gli interventi più rilevanti, c’è il completamento della strada provinciale 75 tra Gibellina Vecchia e Gibellina Nuova, un’opera strategica in vista del 2026, quando Gibellina sarà Capitale dell’Arte Contemporanea. I lavori dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2025. È solo uno dei primi tasselli di una visione più ampia, ma è un segnale chiaro: stiamo tornando a pianificare e realizzare.

Sul piano politico-istituzionale, quali sono le sue priorità?

Oltre all’approvazione del bilancio di previsione, fissata entro novembre, abbiamo avviato la riforma dello Statuto dell’Ente. È una sfida complessa, che affrontiamo in sinergia con gli altri sei presidenti dei Liberi Consorzi della Sicilia. Dopo anni di vuoto politico, dobbiamo ridare senso e funzioni a queste istituzioni. E vogliamo farlo coinvolgendo tutti: consiglieri, sindaci, territori.

Presidente, ha parlato anche di un “gap di 14 anni”. A cosa si riferisce?

Mi riferisco al commissariamento che ha congelato la vita politica dell’Ente per oltre un decennio. La Provincia è stata privata della sua rappresentanza, delle sue funzioni, della sua identità. È come se avessimo vissuto dentro una bolla. Ora dobbiamo recuperare terreno. Le settimane estive le dedicherò al confronto con i consiglieri e con i sindaci. A settembre presenteremo in aula una relazione programmatica per delineare gli obiettivi dei prossimi anni: infrastrutture, turismo, servizi pubblici, sviluppo.

Infrastrutture, scuole, giovani. Come tradurre tutto questo in azioni concrete?

Partiamo da un dato positivo: il Libero Consorzio ha un bilancio sano, con un avanzo significativo. Stiamo già programmando interventi su strade, edifici scolastici, beni comuni. Abbiamo visitato il nuovo istituto alberghiero che sorgerà nell’ex hub vaccinale di via Salemi, una struttura moderna e funzionale. Puntiamo a ridurre i canoni di locazione, valorizzare il patrimonio pubblico e offrire alle scuole superiori spazi e strumenti adeguati. La scuola deve tornare a essere una piattaforma di lancio per i nostri giovani.

Qual è la situazione del personale e della macchina amministrativa?

Oggi abbiamo solo 25 funzionari di fascia D su circa 300 dipendenti. Non per mancanza di risorse, ma per vincoli di bilancio che bloccano le assunzioni. Occorrono deroghe legislative per rigenerare l’organico dell’Ente. Senza personale qualificato, nessuna programmazione è possibile. Su questo punto serve l’attenzione del governo regionale e nazionale.

E sul fronte delle risorse statali?

Uno dei nodi principali è il cosiddetto prelievo forzoso. Da quando sono state abolite le Province, lo Stato ha trattenuto fondi che prima erano destinati agli enti intermedi. Per noi significa un gap di circa 5 milioni l’anno. In dieci anni sono 50 milioni persi, che avrebbero potuto finanziare infrastrutture, scuole, servizi. Questo meccanismo va rivisto. I Liberi Consorzi vanno messi nelle condizioni di agire.

C’è un’attenzione particolare per i territori più periferici. Perché partire da lì?

Perché è lì che lo Stato deve dimostrare di esserci. Abbiamo cominciato dai comuni più piccoli e più lontani: Poggioreale, il meno popoloso, e presto Pantelleria, il più difficile da raggiungere. Vogliamo ascoltare chi è stato dimenticato. È dalla periferia che si ricostruisce un tessuto istituzionale e sociale.

In conclusione, qual è il messaggio che rivolge a sindaci e consiglieri?

Questo è un momento fondativo. Dopo quattordici anni di commissariamento, la politica torna ad abitare l’ente intermedio. Ma non può farlo da sola. Abbiamo 25 sindaci, oltre 400 consiglieri comunali: è una risorsa formidabile. Chiedo a tutti di partecipare. Non è tempo di divisioni, ma di alleanze. Servono idee, energie, coraggio. Se riusciremo a fare squadra, potremo finalmente restituire dignità e futuro alla provincia di Trapani. La sfida è complessa, epica direi, ma noi siamo pronti.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta