Ex Province: la maggioranza si spacca, salta l’elezione diretta. A dicembre si vota con la legge Del Rio

redazione

Ex Province: la maggioranza si spacca, salta l’elezione diretta. A dicembre si vota con la legge Del Rio

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giovedì 01 Agosto 2024 - 12:29

La storia infinita del voto per le province siciliane si arricchisce di un nuovo capitolo. L’Ars ha approvato un emendamento, presentato dalle opposizioni, che dispone l’abrogazione dell’articolo 1 della proposta legislativa del governo Schifani per le elezioni provinciali. Di conseguenza, a votare per l’elezione degli organismi istituzionale delle nove province siciliane saranno solo i sindaci e i consiglieri comunali, come avviene nel resto d’Italia in seguito all’approvazione della legge Del Rio. Brutto colpo per Schifani, che in campagna elettorale aveva puntato con decisione sul ritorno al passato, con l’elezione diretta dei presidenti e dei consigli provinciali, come avveniva fino al 2012. Il voto dell’Ars, peraltro, certifica una spaccatura all’interno della maggioranza, dove adesso è caccia ai franchi tiratori. Ad ogni modo, il testo approvato prevede che si proceda con le citate elezioni di secondo livello per le province siciliane all’interno di una finestra temporale compresa tra il 1° e il 31 dicembre di quest’anno. Di conseguenza, dopo quasi 12 anni dovrebbe terminare la lunga stagione dei commissariamenti per i Liberi Consorzi.

Soddisfazione per l’esito del voto all’Ars e per la sconfitta della maggioranza viene espressa dalle varie anime delle opposizioni.

“Ancora una volta, il governo non ha ottenuto la maggioranza nella votazione, dimostrando una preoccupante mancanza di sostegno e di capacità nella gestione delle criticità amministrative”, ha dichiarato il leader di Sud Chiama Nord, Cateno De Luca.

“La nuova bocciatura della riforma sulle ex Province, per come l’aveva concepita il centrodestra, è la prova delle faide all’interno di questa rissosa maggioranza, dove ognuno va per la sua strada afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca -. Ogni volta che si va al voto segreto sono dolori per l’esecutivo, a riprova del fatto che dentro la maggioranza il clima è tutt’altro che disteso e che parecchi deputati che dovrebbero sostenere Schifani non aspettano altro che la prima occasione utile per togliersi qualche sassolino dalle scarpe”.“Avevamo chiesto – continua Antonio De Luca – di votare solo la data delle elezioni di secondo livello per consentire agli enti intermedi di avere finalmente una governance politica, eletta, seppur indirettamente, per chiudere finalmente l’eterna stagione dei commissari e non di stravolgere la normativa. E invece il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza, incassando una nuova sonora bocciatura sulle ex Province dopo quella di febbraio”.
“La maggioranza – conclude Antonio De Luca – è andata sotto per un voto e l’assenza di Schifani nei fatti è stata determinante per le sorti del provvedimento. Speriamo, almeno, che questo gli serva da lezione e gli faccia trovare in futuro più spesso la strada per sala d’Ercole”.

“Ieri pomeriggio ha vinto il buon senso con una presa di coscienza su un possibile impianto di legge inaccettabile. Andare poi sotto col voto segreto già dopo la lettura del primo articolo evidenzia ancora una volta tutte le difficoltà dell’attuale maggioranza di governo guidata da Schifani”. Lo ha detto il vicepresidente del gruppo parlamentare siciliano PD, Mario Giambona, riferendosi alla soppressione del ddl ex province. Il deputato regionale del PD poi spiega i motivi del suo dissenso. “La proposta di modifica del disegno di legge presentato dalla maggioranza Schifani era assolutamente inammissibile perché prevedeva il ripristino di alcune norme che sono già state oggetto di impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri nel 2016. Su tutte ci sono quelle relative alla reintroduzione della giunta o all’inserimento di rimborsi spese per i consiglieri provinciali e per i componenti della giunta”. Infine, Giambona conclude la sua analisi con l’auspicio di poter “andare subito al voto” con l’attuale impianto della legge Delrio. Questo permetterà di dare una governance alle province siciliane e garantire così i servizi che la maggioranza di centrodestra non ha finora assicurato ai siciliani, come strade e scuole”.

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