Siccità e nuove misure, Schifani se la prende con la burocrazia (e con Musumeci)

redazione

Siccità e nuove misure, Schifani se la prende con la burocrazia (e con Musumeci)

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mercoledì 31 Luglio 2024 - 07:31

Chiederò al governo dei poteri in deroga, modello Genova, altrimenti rischiamo di non potere riattivare i tre grandi dissalatori, Porto Empedocle, Gela e Trapani, che 14 anni fa furono disattivati dalla politica”. Sono le parole pronunciate dal Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, lanciando l’allarme sulla grave emergenza siccità che sta mettendo in ginocchio l’isola. Per Schifani il problema sono le lungaggini burocratiche: “Ho dato una direttiva agli uffici del Genio civile della Sicilia, ad esempio – dice Schifani – che nel momento in cui viene trovato un pozzo, la procedura amministrativa possa essere data, non nei 60 giorni previsti ma, con una perizia giurata, in 10 giorni per potere usare l’acqua per fini irrigui e non potabili. Questo lo abbiamo fatto in autonomia, ci siamo presi la responsabilità e questo comincia a dare i propri frutti, abbiamo già trovato i primi pozzi”.

Schifani punta il dito contro il Ministro del Sud Nello Musumeci: Ho trovato una situazione disastrosa”, ma il Governatore non vuole fare polemica. Altro problema le dighe non collaudate e mai pulite. Attualmente i fondi stanziati per affrontare l’emergenza idrica sono quelle della Protezione Civile ovvero 20 milioni di euro piùi 28 milioni provenienti dal Governo regionale. Una nota del Ministero dell’Agricoltura, venerdì 26 luglio 2024, ha annunciato che la Conferenza Stato Regioni ha dato il via libera al riconoscimento per tutta la Sicilia delle “condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali” a causa della persistente siccità che colpisce l’isola da circa un anno, una delle più gravi dell’ultimo cinquantennio. Un provvedimento che era stato richiesto dal Governo regionale lo scorso 17 giugno e che ora è alla firma del ministro dell’Agricoltura.

Il riconoscimento della condizione di forza maggiore e di circostanze eccezionali dal primo luglio 2023 a maggio 2024 consentirà alle imprese agricole e zootecniche che operano su tutto il territorio siciliano di usufruire di deroghe in alcuni ambiti della Politica Agricola Comune, che permetteranno così di non applicare determinati vincoli a pascoli e terreni, continuare a godere di aiuti, del rinvio di pagamenti, sanzioni e oneri. Per le misure e gli interventi di sostegno allo sviluppo rurale diversi dal biologico, pagamenti agroclimatico ambientali, benessere animale e servizi ambientali, non si richiedono restituzioni di aiuti, né parziali né integrali. Ma è naturale che ci siano limitazioni per evitare finanziamenti a pioggia.

Per gli interventi di ristrutturazione e riconversione dei vigneti non completati o non realizzati entro il periodo previsto nella domanda di aiuto, il termine stabilito è prorogato di un anno e, comunque, la data di messa a dimora delle barbatelle non può essere successiva a quella di scadenza della validità dell’autorizzazione al reimpianto, dice la legge. Non si applica alle Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli e alle Associazioni di Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli aventi sede o soci nel territorio della Regione Siciliana il limite del 70% per singolo obiettivo del fondo di esercizio approvato. Deroga anche per gli apicoltori: non si applica l’obbligo di mantenimento in azienda, per un periodo minimo di un anno, del materiale biologico finanziato prima del verificarsi delle condizioni di forza maggiore e circostanze eccezionali.

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