Stoccata sull’aumento della Tari da parte dei consiglieri comunali di opposizione Miceli, Lamia e Gianformaggio di Fratelli d’Italia alla maggioranza trapanese. “La giunta Tranchida-Barbara ha approvato l’aumento TARI, lo ha trasmesso alle commissioni e poi all’aula, con le violazioni regolamentari contestate dal consigliere Mangano che condividiamo in pieno, e al posto di fornirci tempo e possibilità di analizzare in modo appropriato il tema si sono presentati con una proposta di contingentamento di tempi, prima quindici minuti, poi venti a consigliere dopo una forte polemica sollevata dai banchi dell’opposizione – affermano i tre esponenti -. Molti mesi di campagna elettorale per tentare di rabbonire i trapanesi, eludendo di proposito il tema, pochi minuti per mettergli le mani in tasca cercando il più possibile di sottacere la cosa, chissà se ne accorgano proprio ora che vivono in modo drammatico perfino la quotidianità“.
Secondo la minoranza in Aula se ci fossero dei servizi impeccabili un piccolo sforzo lo si potrebbe pure chiedere ma aumentare la TARI alle imprese dal 10 al 15%, e alle famiglie dal 6 al 9%, specie in questo momento di carenza idrica “… è vergognoso“.
“Il sindaco in aula ci ha tacciato di istigare a condotte di reato quando abbiamo chiesto di compensare/rimborsare la tassa di soggiorno con il pagamento delle autobotti private per il rifornimento idrico, ma rilanciamo anche su questo tema, c’è una legge del governo Meloni che consente di applicare quel gettito per calmierare la TARI, operino di conseguenza, quantomeno per alcune categorie, al posto di trattenere questi soldi per assecondare le fallimentari iniziative pseudo culturali della D’Alì, per esempio” affermano infine Miceli, Lamia e Gianformaggio.