Lo scorso 31 maggio, in occasione dell’8° anniversario dell’uccisione del Maresciallo Capo dei Carabinieri Silvio Mirarchi, decorato M.O.V.C. “alla memoria”, alla cerimonia presso la locale Caserma, hanno partecipato anche due classi dell’Istituto comprensivo “Sirtori”. Gli alunni, di prima media, hanno letto alla moglie del Maresciallo Mirarchi, la signora Antonella Pizzo, delle bellissime poesie realizzate durante un progetto recentemente realizzato grazie alla collaborazione tra scuole, la Fondazione Occorsio e l’Arma dei Carabinieri.
I ragazzi, durante gli incontri a scuola con il Comandante Provinciale dei Carabinieri, hanno approfondito le figure dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ed hanno attentamente studiato la vita e l’esempio del Maresciallo Mirarchi, ucciso, nell’adempimento del dovere, il 1° giugno del 2016 nelle campagne sud della Città, in un conflitto a fuoco. L’iniziativa, voluta fortemente dal dirigente scolastico dell’Istituto Sirtori Giancarlo Lentini, dall’insegnante Jessica Sardo e dai Carabinieri della Provincia di Trapani, ha concluso un ciclo di lezioni volte a diffondere la cultura della legalità e del contrasto alle mafie fra i più giovani. Gli alunni hanno anche visitato la caserma, provando le auto e le moto in dotazione ai Carabinieri e cimentandosi con i rilievi tecnici sulla scena del crimine, ricevendo, tutti, un attestato di “investigatore provetto”.
Il Maresciallo Mirarchi, vice Comandante della Stazione di Ciavolo si spegneva in ospedale, otto anni fa, dopo essere stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco mentre si trovava in servizio nei pressi di una serra di marijuana in contrada Ventrischi assieme ad un collega che rimase illeso. Circostanze drammatiche che sconvolsero non solo la comunità marsalese, ma tutta l’Italia, e per cui un bracciante agricolo e vivaista marsalese, Nicolò Girgenti, è stato condannato alla pena dell’ergastolo dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo, confermando la condanna in primo grado. L’eroico sacrificio del Maresciallo è iepilogato nella motivazione con cui il Presidente della Repubblica gli ha concesso la medaglia d’oro al Valor Civile alla Memoria: ”Con eccezionale coraggio, ferma determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, nel corso di un servizio notturno in area rurale, non esitava, insieme a un commilitone, a intervenire presso alcune serre adibite a coltivazione illecita di canapa indiana, venendo fatto segno a proditoria azione di fuoco da parte dei malfattori che, al fine di assicurarsi la fuga, lo ferivano mortalmente. Fulgido esempio di altissimo senso del dovere e di straordinarie virtù civiche, spinti fino all’estremo sacrificio”.