Inchiesta sulla sanità catanese, indagati gli ex assessori regionali Razza e Scavone

redazione

Inchiesta sulla sanità catanese, indagati gli ex assessori regionali Razza e Scavone

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sabato 29 Aprile 2023 - 17:09

Gli ex assessori regionali Ruggero Razza e Antonio Scavone figurano tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Catania sugli incarichi decisi nell’ambito di alcuni progetti sanitari del Policlinico e dell’ospedale Garibaldi del capoluogo etneo, che ha portato questa mattina a quattro arresti domiciliari per i reati di turbativa d’appalto, turbata libertà del procedimento amministrativo di scelta del contraente e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

L’inchiesta riguarda due progetti ‘Obiettivo di Piano sanitario nazionale’ proposti e gestiti dall’Azienda Policlinico universitario di Catania, e uno dall’Arnas Ospedale Garibaldi del capoluogo etneo. Progetti approvati e finanziati dall’assessorato regionale alla Salute. Ai domiciliari sono finiti: Nunzio Ezio Campagna, di 60 anni, vice presidente dell’Ordine dei medici di Catania; Gesualdo Antonio Missale, di 52 anni, ex funzionario amministrativo dell’Università di Catania; Giuseppe Arcidiacono, di 64 anni, dirigente medico dell’Arnas Garibaldi di Catania, che per diverse settimane è stato in campo come candidato sindaco del capoluogo etneo alle prossime Amministrative; Sebastiano Felice Agatino Ferlito, di 68 anni, odontoiatra.

I progetti del Policlinico di Catania sui quali indagano i magistrati etnei sono: ‘Osas Catania – Sentinelle della prevenzione’ e ‘Prevenzione, diagnosi e terapie delle carie dentali riscontrate nei cittadini fragili o in età scolastica della provincia di Catania’. Il progetto dell’Arnas Garibaldi, invece, è denominato ‘Centro Cardio ‘Hub & Spoke’ – Modello di prevenzione e riabilitazione’.

L’indagine è partita a settembre 2020 ed è andata avanti per un anno con l’ascolto di testimoni e l’acquisizione di documenti. Ipotizzati numerosi casi di turbative nelle procedure di attribuzione degli incarichi nell’ambito dei tre progetti. Oltre ai quattro destinatari della misura cautelare, ci sono altri otto indagati (oltre a Razza e Scavone, Alberto Bianchi, Filippo Di Piazza, Giuseppe Di Rosa, Calogero Grillo, Ignazio La Mantia e Rosalia Maria Leonardi): per questi soggetti la Procura ha chiesto la sospensione dai pubblici uffici, il gip deciderà dopo l’interrogatorio di garanzia. Nella vicenda, secondo la Procura di Catania, avrebbero avuto un “ruolo centrale” Campagna e Missale: quest’ultimo, all’epoca dei fatti, era funzionario amministrativo dell’Università di Catania e coordinatore dei progetti anche prima, a prescindere dalla sua nomina formale. Missale, secondo gli inquirenti, avrebbe “influito” sulla predisposizione dei bandi “in modo da rendere pressoché certa – sostengono i magistrati – la nomina di soggetti predestinati secondo logiche finalizzate a garantire l’appoggio dei soggetti istituzionali comunque coinvolti nei progetti, oltre che, contestualmente, a garantire vantaggi per sé o a favore di soggetti loro vicini”. Ferlito, responsabile scientifico del progetto ‘Prevenzione, diagnosi e terapie delle carie dentali riscontrate nei cittadini fragili o in età scolastica della provincia di Catania’ e componente della commissione incaricata di selezionare un collaboratore esterno, si sarebbe “prestato” agli scopi di Missale e Campagna “in cambio dell’attribuzione dell’incarico in un altro progetto a un suo congiunto”. Altra figura emersa è quella di Arcidiacono, responsabile scientifico del progetto ‘Centro Cardio ‘Hub & Spoke’ – Modello di prevenzione e riabilitazione’ presentato dall’Arnas Garibaldi di Catania: avrebbe concordato con Missale e Campagna i destinatari degli incarichi attribuiti nell’ambito del progetto da lui gestito “in cambio dell’assegnazione di incarichi a persone a lui vicine” negli altri progetti Psn.

Nel corso dell’inchiesta, inoltre, è emersa la presunta turbativa del concorso per la nomina del direttore amministrativo dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Catania “al fine di favorire la vittoria, poi verificatasi, di Missale”. Missale avrebbe ottenuto in anticipo le tracce delle prove scritte e gli argomenti dell’esame orale “grazie alla collaborazione illecita di soggetti istituzionali appartenenti all’Ordine di Catania e di Palermo”. Questi ultimi sarebbero legati a Campagna il quale, prima ancora che venisse emanato il bando di concorso, avrebbe proposto Missale. “L’elevato compenso ottenuto da Missale – ricostruiscono i giudici – costituirebbe una ulteriore utilità percepita per l’attività illecita che sarebbe stata svolta in favore di Campagna nei progetti Psn”.

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