Clima, aumento dei prezzi, lavoro, pari opportunità, scuola. Temi caldi nel panorama nazionale che nel Sud Italia e in particolare in Provincia di Trapani, sono vere e proprie emergenze. Tutti i punti toccati con la segretaria generale della Cgil Trapani, Liria Canzoneri.
La CGIL sostiene la giornata di mobilitazione per il clima del 23 settembre. Tematica urgente nel territorio trapanese e che sta comportando gravi danni all’agricoltura.
Il tema del cambiamento climatico lo stiamo affrontando da un punto di vista socio-culturale e politico, al fine di dare una svolta. Si pensi a quanto accaduto nelle Marche, il fattore del cambiamento climatico ha un’alta incidenza in agricoltura, nella problematica siccità che ha investito i bacini trapanesi con danni alla produzione; un altro effetto è stato un anomalo caldo record che ha inciso sulle coltivazioni. Sono secoli di comportamenti sbagliati. Le politiche che oggi si stanno mettendo in campo in Europa e in Italia tendono ad una conversione del sistema industriale che guardi alla sostenibilità. In tal senso le risorse del Pnrr possono determinare un cambio di rotta epocale che, a cascata, può risanare il gap occupazionale anche in Provincia di Trapani.
Quello del caro-prezzi energetici è anche un tema legato al clima. Oggi tante attività e tante famiglie stanno pagando delle bollette esorbitanti.
Questa settimana ci stiamo mobilitando, abbiamo iniziato lunedì dai mercatini, ascoltando i cittadini e i lavoratori del trapanese. Cerchiamo di costruire un dialogo per avere consapevolezza della crisi economica, soprattutto delle fasce più deboli, e del caro.bollette. La guerra ha avuto un’incidenza importante sul caro-prezzi, considerando anche il fatto che non siamo un paese produttore di energia, la importiamo. Ma c’è altresì una mancata attenzione negli anni sull’ambiente ed una scarsa progettualità. Non possiamo intervenire solo quando c’è un incidente irreparabile.
Cosa intendete per “creazione di nuova e buona occupazione”?
L’evoluzione che tutti i settori stanno avendo sul fronte della digitalizzazione sta determinando nuove modalità di lavoro più smart e l’avvio di nuove start up e forme dove non c’è più bisogno della presenza fisica. A ciò si aggiungono i lavori dei rider, delle vendite online, di magazzinieri e trasportatori dove spesso si insidia una fittizia occupazione e dove non si applicano correttamente i contratti.
Tra le tante problematiche che investono il mondo scolastico, c’è un tema in questi giorni molto sentito, quello di un’alternanza scuola-lavoro che va rivista alla luce della morte di uno studente. E quindi anche della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Ci sono troppi casi di incidenti che impone di rivedere l’alternanza scuola-lavoro sia dal punto di vista dell’applicazione della legge, sia da quello dei controlli. Nel nostro sistema se non si sanziona, alcune aziende tralasciano la sicurezza non investendo. Non può esserci una situazione di insicurezza nell’alternanza, perché puntare sulla formazione è un valore aggiunto, i giovani devono poter restare in questa terra. Sicurezza inoltre, significa anche salute, evitare di ammalarsi per il lavoro, ci sono molti casi segnalati a fine carriera.
La nostra Provincia non è nuova al lavoro nero o sommerso. Avete delle stime?
Le stime Istat ci dicono che l’occupazione è diminuita a causa della pandemia, dove incide sul nostro territorio anche un processo di emigrazione giovanile. Si è ridotta la capacità di spesa delle persone col Covid, le aziende hanno dovuto fare ricorso alla cassa di integrazione e ciò si ripeterà con l’aumento di materie prime ed energia. Si prospetta la chiusura di piccole e medie imprese con lavoratori che perderanno il lavoro e vedranno ridurre la propria spesa. La politica deve seriamente pensare a come invertire la tendenza e a trovare soluzioni.
Lei ha a cuore il tema delle donne nei vari aspetti della vita sociale. Dialogate con le realtà del territorio? Ci sono delle aperture?
Sul punto sono molto critica. Il tema delle Pari Opportunità spesso viene più usato per propaganda politica. Se andiamo a esaminare quello che succede nella nostra Provincia in termini di qualità del lavoro, ci accorgiamo che c’è un gap difficile da superare. Credo che la parità non sia solo nel portare avanti un dialogo con le realtà del territorio, ma pure nell’esercitare un modello sociale che metta al centro la dignità e parità della donna nel lavoro e nell’ambito familiare, la donna deve poter svolgere in maniera serena i ruoli di madre, moglie e lavoratrice senza scegliere l’uno o l’altro. Qui di certo mancano i servizi.
In Prefettura siete stati coinvolti in diversi tavoli tecnici. Quali saranno le prossime richieste alle Istituzioni?
La prefetta Cocuzza è attenta ai problemi del territorio, tutti gli attori si sono più volte attivati su agricoltura, immigrazione, sanità locale. L’attenzione della Prefettura fa la differenza per trovare soluzioni. Come ad esempio l’ultimo incontro che ha scongiurato la chiusura del Convitto Audiofonolesi di Marsala.
In vista delle elezioni del 25 settembre cosa chiedete agli esponenti nazionali e regionali che rappresentano il territorio?
Di fare la loro parte se c’è la volontà di cambiare. C’è bisogno di una programmazione in base alle esigenze del territorio trapanese, mettendo al centro il lavoro, le infrastrutture quali l’aeroporto, i porti, le ferrovie, le strade, i servizi, la sanità, la scuola e l’edilizia scolastica, tutelare gli anziani. Se non si pensa a questo e a un welfare equo la Provincia non ha prospettive di crescita. E poi c’è il turismo nelle sue varie declinazioni. Nonostante ci sia un Distretto, non c’è un’idea progettuale unita. Se ogni Comune si inventa qualcosa in maniera frammentaria il turismo non decollerà mai.