Territorio trapanese sotto shock per l’ennesimo episodio di violenza, verificatosi ai danni di una 18enne di Campobello. Una vicenda drammatica, che ha portato all’arresto di due ragazzi e alla denuncia a piede libero di altri, accusati di violenza sessuale di gruppo. L’episodio si è verificato ai primi di febbraio in una casa di Tre Fontane e pare che tra i quattro soggetti coinvolti ci sia anche un giovane marsalese.
Come spesso avviene in questi casi, la vicenda è stata commentata con toni vari sui social, in cui accanto ai commenti di condanna della violenza e di solidarietà alla ragazza ne sono comparsi altri in cui si denotava una lettura superficiale dei fatti e tendenzialmente colpevolizzante nei confronti della vittima. La sensazione è che ci sia ancora molto lavoro da fare per sradicare la “mala pianta” della violenza di genere, ma anche per un cambiamento culturale, necessario per abbattere stereotipi e paradigmi tossici, figli di antichi retaggi, duri a morire.
Ne sono convinte anche le operatrici del Centro Antiviolenza “La Casa di Venere” di Marsala, che da anni sono in prima fila, accanto all’associazione “Metamorfosi” nella battaglia contro la violenza di genere. “Purtroppo – commenta Caterina Martinez a proposito dell’ultimo caso di cronaca – è solo la punta dell’iceberg. Le situazioni di questo genere sono frequenti e molto spesso non vengono denunciate dalle ragazze per paura o vergogna. Si tratta, però, di un fardello che si porteranno dietro per tutta la vita e su cui pesano anche gli atteggiamenti dei genitori, che in molti casi inducono le figlie a non denunciare per i soliti stereotipi di genere. Accanto al lavoro di accoglienza e di supporto che facciamo con il Centro Antiviolenza, adesso c’è una nuova opportunità legata al protocollo d’intesa che è stato firmato dalla Procura di Marsala e dal Miur, mettendoci nelle condizioni di entrare in tutte le scuole dalla porta principale. Questo ci consentirà anche di lavorare sulla prevenzione e sull’educazione sentimentale, che è fondamentale per un processo di affrancamento da queste violenze. Purtroppo, dopo il Covid la situazione è peggiorata…”.
Alle giovani vittime di violenze di carattere sessuale, che temono di ritrovarsi isolate dalla famiglia e dagli amici di fronte alla scelta di denunciare, l’invito a contattare La Casa di Venere, reperibile 24 ore al giorno tramite il numero verde attivato presso il Tribunale e a cui rispondono direttamente le operatrici del Centro Antiviolenza. “Non denunciare, nascondere quella che viene considerata una vergogna perchè purtroppo c’è una società ignorante, che stigmatizza le vittime…non aiuta. Avere la forza di denunciare è importante, a partire dalla prima parolaccia, dal primo schiaffo o dai tentativi di isolamento. Non si deve accettare la normalità della violenza. Bisogna imparare a riconoscere i segnali: se ci riescono autonomamente bene, altrimenti sappiano che noi ci siamo”.