Naufragio Nuova Iside: arrestati armatore, comandante e ufficiale della petroliera che lo speronò

redazione

Naufragio Nuova Iside: arrestati armatore, comandante e ufficiale della petroliera che lo speronò

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giovedì 11 Febbraio 2021 - 18:03

Tre arresti per l’affondamento della Nuova Iside. La Guardia costiera, dopo l’indagine della procura di Palermo, ha arrestato l’armatore della petroliera Vulcanello Raffaele Brullo, il comandante Gioacchino Costagliola e il terzo ufficiale di coperta Giuseppe Caratozzolo.

Devono rispondere, a vario titolo, di naufragio, favoreggiamento e frode processuale. Il peschereccio Nuova Iside scomparve il 12 maggio del 2020. Secondo le indagini della Procura a causare l’affondamento, a largo di San Vito Lo Capo, fu la petroliera Vulcanello. Morirono i tre membri dell’imbarcazione di Terrasini: Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono. Fondamentali per le indagini gli audio della scatola nera della Vulcanello.

Il peschereccio Nuova Iside scomparve il 12 maggio del 2020. Secondo le indagini della Procura a causare l’affondamento, a largo di San Vito Lo Capo, fu la petroliera Vulcanello. Morirono i tre membri dell’imbarcazione di Terrasini: Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono. Fondamentali per le indagini gli audio della scatola nera della Vulcanello.

La Nuova Iside, secondo le indagini, è stata visibile nel radar della Vulcanello per almeno 24 minuti. Ma nessuno ha cambiato rotta, la velocità è stata costante per quasi tutta la notte, tranne un piccolo rallentamento alle 23,03, quando probabilmente è avvenuto l’impatto. Secondo il gip Annalisa Tesoriere, i marittimi indagati, “hanno mostrato di governare la navigazione in spregio alle elementari regole di prudenza, a tal punto da mettere a repentaglio non solo l’altrui ma la loro stessa incolumità fisica”. Nell’ordinanza si legge che la petroliera ha speronato il peschereccio, “probabilmente trascinandolo con sé per almeno trenta secondi, scontrandosi più volte con lo scafo di quest’ultimo”. E ancora: “In seguito all’impatto, sebbene il personale di condotta abbia avuto contezza di anomalie nulla è stato fatto per accertare cosa fosse successo, nessun segnale di allarme è stato inviato: la petroliera ha proseguito la propria rotta”.

Una relazione dei sistemi di bordo descrive quanto successo a bordo: “Si sentono attorno alle 23 quattro urti, – si legge – poi in concomitanza, dai sistemi di bordo sono state accertate una riduzione di velocità di circa 0,4 nodi rispetto a quella di crociera mantenuta dalla nave precedentemente e successivamente (da 12.3 a 11,9 nodi orari) e una variazione repentina dell’angolo del timone e anche della rotta (di 1 grado) compatibili con un potenziale collisione.

La Nuova Iside, secondo le indagini, è stata visibile nel radar della Vulcanello per almeno 24 minuti. Ma nessuno ha cambiato rotta, la velocità è stata costante per quasi tutta la notte, tranne un piccolo rallentamento alle 23,03, quando probabilmente è avvenuto l’impatto. Secondo il gip Annalisa Tesoriere, i marittimi indagati, “hanno mostrato di governare la navigazione in spregio alle elementari regole di prudenza, a tal punto da mettere a repentaglio non solo l’altrui ma la loro stessa incolumità fisica”. Nell’ordinanza si legge che la petroliera ha speronato il peschereccio, “probabilmente trascinandolo con sé per almeno trenta secondi, scontrandosi più volte con lo scafo di quest’ultimo”. E ancora: “In seguito all’impatto, sebbene il personale di condotta abbia avuto contezza di anomalie nulla è stato fatto per accertare cosa fosse successo, nessun segnale di allarme è stato inviato: la petroliera ha proseguito la proprio rotta”.

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