ASP siciliane in affannno, mancano mascherine filtranti. Costantino: “Le monouso non proteggono”

redazione

ASP siciliane in affannno, mancano mascherine filtranti. Costantino: “Le monouso non proteggono”

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sabato 14 Marzo 2020 - 10:07

Ho ricevuto diverse segnalazioni dal personale sanitario locale, costretto a dover fronteggiare al temibile Coronavirus senza le dovute precauzioni. Diversi medici, infermieri e operatori sanitari in genere, prestano il loro prezioso contributo alla comunità, pur sapendo di essere sprovvisti delle misure minime utili a garantire la loro salvaguardia. Non dispongono delle cosiddette mascherine filtranti FFP2 o FFP3, le uniche veramente efficaci a garantire la protezione dai virus, ma semplicemente di pochissime mascherine monouso, che a causa di carenza vengono utilizzate più e più volte. È opportuno fare chiarezza su questa vicenda. Se infatti le mascherine filtranti FFP2 e FFP3 hanno un’efficacia filtrante del 92% e del 98%, quelle chirurgiche servono a poco, in quanto dispositivi medici che nascono con lo scopo di proteggere il paziente in situazioni specifiche, per esempio in sala operatoria, e non il personale sanitario. Non hanno un bordo di tenuta sul volto ma uno specifico sistema filtrante per aerosol solidi e liquidi, a differenza dei DPI, e quindi non progettate per difendere chi le indossa dai virus”.

Fabio Costantino

A riferirlo è il vice presidente della VII Circoscrizione di Palermo, Fabio Costantino.

“Una situazione gravosa – continua il vice presidente –  che coinvolge tutte le Asp siciliane. È bene ricordare a questo punto che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità prescrive le mascherine filtranti FFP2 e FFP3 idonee per proteggersi da ‘agenti biologici aerodispersi’ come i virus. A riconoscerlo non è solo l’OMS ma anche le autorità italiane come il ministero della Salute e l’Ispesl, lo statunitense National Institute for Occupational Safety and Health (Niosh) e l’ente di normazione italiano (Uni)”.

“La sanità regionale – conclude Costantino – è stata ampiamente logorata e adesso ne stiamo pagando le conseguenze; non ci resta che  salvaguardare quanti ne fanno parte, ovvero i tanti operatori sanitari che nonostante tutto continuano la loro missione fornendo assistenza e sussistenza. È necessario garantire loro i mezzi indispensabili affinché non corrano il rischio di essere infettati ed infettare di conseguenza. È necessario garantire loro la sicurezza necessaria e non ulteriori paure che potrebbero compromettere l’intero operato. Si mettano in condizione di tutelare la loro salute e quella dei cittadini”.

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