Il prossimo 30 mazo sarà una data importante per l’Italia: il Parlamento dovrà scegliere se portare avanti o meno, tramite la discussione in Aula, il progetto di legge contro l’omotransfobia, a prima firma dell’On Zan (PD).
Questo progetto di legge apporrebbe delle significative modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale riguardanti la violenza e la discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere. Ci si riferisce in particolare alla “Legge Mancino” del 1993, che riguarda la lotta “ai crimini d’odio” e punisce sia la violenza che l’incitamento ad attivi violenti per motivi di fede, nazionalità o etnia.
La nuova proposta vorrebbe quindi estendere la legge ad atti di discriminazione, odio e violenza verso persone omosessuali e transessuali, allargando il reato all’orientamento sessuale.
Tuttavia vi sono dei legittimi dubbi di costituzionalità: tutelare alcuni cittadini in base al loro orientamento sessuale comporterebbe una violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione. Inoltre l’orientamento sessuale riguarda la vita privata di ciascuno e bisogna tutelare la libertà di pensiero e di espressione di ciascuno. Arriva infatti da più parti la critica che vede questo modello di legge profondamente anti democratico e liberticida, che etichetterebbe come “omofobo” qualsiasi critica a persone omosessuali o transessuali.