Coronavirus e turismo, prime reazioni alle parole di Musumeci

Vincenzo Figlioli

Coronavirus e turismo, prime reazioni alle parole di Musumeci

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venerdì 28 Febbraio 2020 - 06:45

“I turisti provenienti dalle zone gialle farebbero meglio a rimandare di qualche settimana il loro arrivo in Sicilia”. Hanno destato stupore e creato non poco sconcerto le parole con cui il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha invitato alla prudenza potenziali turisti e viaggiatori, cercando di dissuaderli a raggiungere l’isola nei prossimi giorni. L’impressione è, come dimostra anche il video con la mascherina del presidente lombardo Fontana, che anche i rappresentanti delle istituzioni si stiano facendo prendere dalla psicosi da Coronavirus, lasciandosi andare a sortire non sempre utili all’interesse generale.

Gaspare Giacalone – Presidente dell’Associazione Strutture Turistiche di Marsala

Tra i più perplessi rispetto alle parole di Musumeci ci sono, comprensibilmente, gli operatori turistici. “Mi pare che sia in corso la gara a chi la spara più grossa quando, invece, sarebbe preferibile minimizzare”, afferma il presidente dell’Associazione Strutture Turistiche di Marsala Gaspare Giacalone, che si dice in disaccordo con le dichiarazioni del presidente della Regione. Solo nei prossimi giorni, ad ogni modo, gli operatori del settore avranno un quadro più chiaro sugli effetti che l’allarme Coronavirus sta creando. “Allo stato attuale – spiega ancora Giacalone – il calo di prenotazioni è relativo, tenuto conto che viviamo già un periodo di crisi generale. Probabilmente si perderà qualcosa per Pasqua o le gite scolastiche, ma da noi il clou della stagione turistica resta l’estate”.

E il pensiero va, naturalmente, all’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi, che da aprile in potrà contare su un numero maggiore di collegamenti che, verosimilmente, potranno offrire prospettive più incoraggianti alle strutture turistiche in Sicilia Occidentale. Ma servirà un’inversione di tendenza. Altrimenti rischiamo che gli aerei atterrino vuoti. Resta il fatto – conclude Gaspare Giacalone – che l’allarme Coronavirus si sarebbe dovuto gestire diversamente, pensando a una regia unica nella comunicazione. In tal modo avremmo potuto evitare che passassero messaggi controproducenti in un clima di preoccupazione generale”.

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