Secondo l’accusa colui che si è sempre dichiarato un paladino dell’antimafia avrebbe cercato di ottenere notizie riservate sui profili di alcune persone di suo interesse, creando così una sorta di rete di spionaggio che – secondo l’accusa – gli avrebbe garantito informazioni riservate in cambio di favori. Anni prima del suo arresto l’ex numero uno degli industriali siciliani era stato indagato perché considerato in contatto con alcuni boss nisseni.
In media sarebbero stati effettuati nove accessi abusivi ogni tre mesi per un arco di 7 anni per cercare informazioni anche su alcuni collaboratori di giustizia, sull’ex presidente dell’Irsap Alfonso Cicero, parte offesa e parte civile, e il magistrato ed ex assessore regionale Nicolò Marino. Per la vicenda che ha coinvolto Montante, oltre alla parte celebrata in abbreviato, c’è un secondo procedimento con rito ordinario che vede imputati anche Renato Schifani (ex presidente del Senato), Arturo Esposito (ex capo dell’Aisi), Giuseppe D’Agata (ex capo centro della Dia di Caltanissetta) e il tributarista Angelo Cuva.