«La Sicilia cresce e i dati economici sono molto incoraggianti: aumentano le entrate, cresce l’occupazione e migliora il Pil della nostra Regione. Lo certificano le società di rating e i report di istituti e centri studi, che com’è noto non fanno sconti a nessuno, e testimoniano lo stato di salute della nostra finanza regionale». Con queste parole il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha salutato il 2025 nella consueta conferenza stampa di fine anno, a cui hanno partecipato diversi operatori dell’informazione regionale, presso la sala “Maria Mattarella” di Palazzo d’Orleans.
Dopo aver evidenziato l’importanza del ruolo svolto dall’informazione, il presidente Schifani ha illustrato i risultati ottenuti dal governo sul fronte del risanamento dei conti pubblici, evidenziando come le entrate tributarie siano passate in tre anni da 12 a 15 miliardi, con un aumento complessivo di 3 miliardi di euro. L’occupazione – nonostante la diversa percezione dei cittadini siciliani – risulta cresciuta del 10% (dati Istat) e la cassa integrazione è scesa contestualmente dai 13 milioni del 2022 ai 7 milioni del 2024. Ha affermato Schifani: «Occorre essere onesti politicamente e personalmente, e riconoscere che abbiamo ereditato un trend positivo dal precedente governo Musumeci e noi lo abbiamo portato avanti attraverso una politica liberale e destinando risorse su opere e interventi strategici».
Anche le misure inserite nell’ultima Finanziaria regionale, ha poi ricordato Schifani, mirano a sostenere la fase espansiva dell’economia isolana e la crescita dell’occupazione, a partire da quelle sul South working e sulla decontribuzione alle imprese: «L’unica amarezza – ha commentato il presidente della Regione – è lo stralcio dell’articolo 31, che prevedeva un intervento di 10 milioni a fondo perduto per la riduzione dei costi di esportazione delle imprese siciliane e che avrebbe contrastato l’aumento dei dazi americani. Sono amareggiato perché non ne comprendo la logica. Per fortuna i dati di Confartigianato di ieri ci confortano e ci lasciano sereni, ma io non voglio fermarmi a questi numeri incoraggianti, voglio spingere ulteriormente questa crescita dell’economia che noi abbiamo avviato in questi anni».
Schifani ha affrontato con i cronisti anche i due principali dossier che il governo regionale ha ancora sul tavolo, l’emergenza rifiuti e la crisi idrica: «Abbiamo predisposto il piano rifiuti, un documento di cui Sicilia era priva, e abbiamo avviato l’iter per la realizzazione di due termovalorizzatori, a Palermo e Catania, affidando a Invitalia il compito di bandire le gare d’appalto per garantire il massimo livello di trasparenza. A febbraio i progettisti dovrebbero consegnarci lo schema orientativo affidabile degli impianti. Si tratta di due infrastrutture che miglioreranno la qualità della vita dei siciliani perché garantiranno più igiene, meno discariche e meno infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Per fronteggiare l’emergenza idrica abbiamo lavorato moltissimo, aumentando di migliaia di litri al secondo l’acqua disponibile in rete. Contiamo entro due anni di completare questo modello di emergenza. Abbiamo trovato una Sicilia con delle dighe abbandonate da vent’anni e quindi il lavoro da fare è tanto, però ci doteremo anche di innovazioni come i dissalatori, che realizzeremo a Palermo e che sono già pronti in altri tre Comuni siciliani, e poi puntiamo a una gestione più oculata della risorsa idrica sul territorio».
Un ultimo passaggio il presidente della Regione ha voluto dedicarlo al tema della sicurezza: «A settembre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi inaugurerà la nuova Control room della Regione Siciliana per fronteggiare la criminalità e prevenire gli incendi boschivi attraverso sistemi satellitari. In più abbiamo finanziato i Comuni con 15 milioni di euro per l’installazione di nuovi sistemi di videosorveglianza e siamo pronti ad aumentare queste risorse».
In chiusura, toccata anche la questione delle liste d’attesa nella sanità e dei nuovi meccanismi di nomina e valutazione dei manager voluti dal governo regionale: «Senza dimenticare che il nostro sistema sanitario vanta delle eccellenze strutturali e nel personale, credo che il meccanismo di nomina dei direttori generali, e a cascata quello dei direttori sanitari e amministrativi, negli anni non abbia funzionato. La politica ha invaso la gestione della sanità, riducendo la qualità del servizio. È un fatto difficilmente contestabile. Per questo ho voluto istituire una commissione esterna che avrà il compito di indicare al governo una terna di nomi di altissima qualità all’interno della quale verrà scelto il vincitore. È un meccanismo che, sono sicuro, limiterà al minimo l’ingerenza della politica».