“Questa finanziaria mi è arrivata con 134 articoli non condivisi minimamente con me. Io sono certamente filo governativo ma rimango un parlamentare. È ormai evidente che molti problemi nascono da una mancanza di fiducia all’interno della stessa maggioranza e probabilmente in molti hanno anche ragione”. Questo un passaggio di un messaggio inviato alle 3:41 del mattino dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, ai capigruppo di maggioranza all’interno del Parlamento siciliano da giorni alle prese con l’esame della legge di stabilità. “Mi è stato chiesto di salvare determinati articoli che sono stati messi in cassaforte e ricordo che gli unici articoli bocciati riguardano proprio due assessorati di Fdi”, ancora il messaggio. Galvagno poi parla dell’atmosfera in questi giorni a Palazzo dei Normanni: “C’è un clima che definisco quasi di odio. Il presidente Daidone (Dario Daidone, che guida la commissione Bilancio, ndr) è stato quasi violentato in commissione bilancio per la bulimia di alcuni e non è corretto”. Il messaggio continua poi con diverse sottolineature sulle parti della maggioranza che hanno “incassato” le norme richieste e altri che, a suo dire, non avrebbero ottenuto i provvedimenti avanzati in Finanziaria. “C’è gente che si lamenta e ha mimetizzato le proprie proposte all’interno di tabelle e riserve con accordi con più interlocutori”, si legge ancora. Il messaggio poi prosegue con l’annuncio di una possibile modifica delle tabelle, per poi finire con una frase lapidaria: “È chiaro che dopo questa finanziaria (qualora non volessimo andare a casa prima) chiederò un serio confronto perché io non sono più disposto a perdere del tempo per fare incassare gli altri e per di più ricevere l”odio gratuito di alcuni colleghi”.
Dopo la pubblicazione di questo testo ha annunciato un esposto in Procura Ismaele La Vardera (Controcorrente), sottolineando che si tratta di “un messaggio che, oltre a far far uscire fuori il clima di odio che c’è all’interno della maggioranza, fa emergere anche come il presidente dell’Ars, su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio, parla ancora una volta di spartizioni per i deputati. Un dato preoccupante con Galvagno che di fatto mette nero su bianco, con un messaggio su Whatsapp, quello che tutti temevano e cioè una nuova spartizione nascosta nelle tabelle della finanziaria. Vorrei ricordare che si tratta di soldi pubblici e per questo la procura deve acquisire questa manovra”.
In difesa del presidente dell’Ars si schiera, invece, il coordinamento di Grande Sud: “Il confronto tra forze politiche, anche aspro, rientra nella normale dialettica parlamentare e non può essere confuso con logiche estranee al funzionamento delle istituzioni. Il Presidente dell’ARS Gaetano Galvagno ha operato nel pieno rispetto del proprio ruolo, garantendo correttezza dei lavori e responsabilità in una fase delicata per la Regione e lo ha fatto dialogando coi partiti della maggioranza ( se presenti e attenti ) e con quelli dell’opposizione. Semplificazioni e letture strumentali – comprese le strida dell’ultimo masaniello- non aiutano la Sicilia, che ha bisogno di serietà, misura e rispetto delle istituzioni”.
Dopo qualche ora Galvagno è tornato sulle parole del suo messaggio affermando: “Non c’è alcuna vergogna nelle proposte che sono state fatte da ognuno di noi. Rimanere ‘a bocca asciutta’ significa riferirsi semplicemente ad un deputato rimasto deluso perché ha visto stralciata o posticipata una sua proposta o un suo emendamento su un tema qualificante o attuale”. Poi il presidente dell’Ars ha aggiunto: “Non ci sono mai state decisioni d’imperio – ha spiegato Galvagno -. Abbiamo fatto sempre prevalere il buonsenso per potere chiudere questa legge di stabilità nei tempi previsti dal regolamento e senza alcun genere di inciucio, mancetta o maxiemendamento”.