La maggioranza fa quadrato e Schifani resta in sella: l’Ars respinge la mozione di sfiducia

redazione

La maggioranza fa quadrato e Schifani resta in sella: l’Ars respinge la mozione di sfiducia

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martedì 02 Dicembre 2025 - 19:34

Con 41 voti contrari e 26 favorevoli l’Assemblea Regionale Siciliana ha respinto la mozione di sfiducia al presidente Renato Schifani presentata dai gruppi del Pd, Movimento 5 Stelle e Controcorrente e vota anche dai deputati di Sud Chiama Nord.

Dopo oltre quattro ore di serrato confronto, la votazione – a scrutinio palese – ha certificato la permanenza dell’attuale esecutivo regionale, verosimilmente destinato a concludere il suo quinquennio nel 2027. Alla seduta risultavano assenti Carmelo Pace (Democrazia Cristiana), Alessandro De Leo (Forza Italia) e Fabrizio Ferrara (Fratelli d’Italia).

Negli interventi iniziali delle opposizioni, sono emerse critiche molto severe nei confronti del presidente Schifani e della squadra assessoriale.

“La mozione di sfiducia è un atto dovuto. Una reazione etica e obbligata di fronte ad un governo che ha brillato solo per inefficienza”, ha dichiarato il capogruppo del Movimento cinque stelle all’Ars, Antonio De Luca, nel suo intervento in Aula. “Un governo travolto da scandali in serie e fortemente delegittimato dalle inchieste della Procura – ha aggiunto l’esponente pentastellato – è il risultato di forze politiche che si sono unite non per governare bene la Sicilia ma per vincere le elezioni”. Il coordinatore regionale del M5S, Nuccio Di Paola, ha invece consegnato a Schifani un libro su Piersanti Mattarella, “per imparare da colui che è stato davvero un grande presidente della Regione e che ha onorato la Sicilia e i siciliani”.

“Questo governo ha esaurito ogni ragione politica per rimanere in carica. Un governo che ha fallito tra i siciliani, ancora una volta mortificati da chi li rappresenta”, ha affermato il capogruppo dem Michele Catanzaro, che ha poi accusato il centrodestra di aver ricacciato la Regione “in una opacità sistemica senza alcuna visione strategica”. Infine un riferimento alla vicenda giudiziaria di Totò Cuffaro: “Il panorama degli ultimi fatti di cronaca era ampiamente prevedibile. Il lupo perde il pelo ma non il vizio”.

Rivolgendosi al presidente Schifani, il leader di Controcorrente Ismaele La Vardera ha affermato: “Lei fugge da questo Parlamento da mesi, fugge dalle sue responsabilità e dal disastro. […]. Ha deciso di fare il presidente per interposta persona, affidando lo scettro del potere al suo amico Cuffaro”.

Sud Chiama Nord, attraverso il leader Cateno De Luca, pur annunciando la propria intenzione di votare la mozione, ha invitato Pd, M5S e Controcorrente a non reiterare esclusioni politiche, come avvenuto con la riunione di San Martino delle Scale, altrimenti “il centro destra vincerà ancora”.

Fuori dall’Ars non è mancata, infine, una presa di posizione del leader di Azione, Carlo Calenda, che ha sottolineato di condividere l’iniziativa presa dai gruppi di opposizione all’attuale governo regionale: “La gestione della regione Siciliana è completamente fuori controllo. La situazione oggettiva di incompetenza, clientelismo, corruzione ha raggiunto un livello che non si vedeva da decenni. La regione Siciliana non è in grado di offrire ai suoi cittadini i servizi essenziali garantiti dalla Costituzione. Ci uniamo pertanto alla richiesta delle opposizioni per le dimissioni immediate”.

Al termine della votazione, il presidente Renato Schifani – che in aula aveva evidenziato i risultati del proprio governo – ha evidenziato la prova di compattezza politica data dalla propria maggioranza, criticando le opposizioni per la mancanza di una proposta di governo alternativa.

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