In provincia di Trapani, la Polizia di Stato ha portato avanti un’indagine sul traffico di stupefacenti con collegamenti alla malavita, che ha permesso di individuare tre principali basi operative a Marsala. Quando si parlava di spaccio nelle contrade e nei quartieri trapanesi, il riferimento era sempre a tutto quello che gli investigatori hanno scovato nell’operazione condotta questa mattina. Tre basi della malavita del traffico di stupefacenti, si è detto. La prima si trovava in contrada Ciavolo, presso un allevatore marsalese di settant’anni, coadiuvato da pusher alle sue dipendenze. L’uomo, destinatario della custodia cautelare in carcere, era coinvolto nello spaccio di cocaina e deteneva armi – due revolver calibro 38 e una semiautomatica con matricola abrasa – nascoste tra arbusti e manufatti rurali della sua proprietà.
La seconda base operativa era una pescheria in contrada Amabilina, gestita da un pregiudicato marsalese autorizzato agli arresti domiciliari. L’esercizio commerciale, in realtà, era diventato un crocevia di spaccio e di incontri con esponenti della criminalità locale. L’uomo era coinvolto anche in atti intimidatori, tra cui il danneggiamento a mezzo fuoco di un bar cittadino. La terza base era un appartamento in via Angileri, legato a un gruppo criminale con contatti con la malavita calabrese. Qui i giovanissimi pusher gestivano l’approvvigionamento di cocaina proveniente dalla Locride, poi distribuita nelle piazze di spaccio di Marsala e dei comuni limitrofi. Queste tre basi dimostrano come la criminalità organizzata abbia strutturato sul territorio marsalese un sistema articolato e collegato anche con sodalizi di altre regioni, facilitando l’approvvigionamento e la distribuzione di sostanze stupefacenti.