Dalle intercettazioni di Cuffaro con i ‘suoi’ fedelissimi, non emerge solo un sistema che non è mai cambiato, evidentemente, per l’ex Presidente della Regione che ha finito di scontare la sua pena nel 2015 per favoreggiamento personale verso persone appartenenti a cosa nostra, ma evidenzia anche un linguaggio volgare. Come quello nei confronti della deputata Margherita La Rocca Ruvolo di Forza Italia, additata con le frasi “…que a tr*** della Ruvolo” o “quella cretina della Ruvolo”. Tutto il mondo politico siciliano – senza distinzioni di sesso e di casacca – si è stretto intorno alla deputata forzista.

Queste le parole del suo collega Stefano Pellegrino: “Dalla lettura di alcuni brani delle intercettazioni, al di là di ogni aspetto penalmente rilevante su cui sta indagando la Magistratura, emerge un quadro agghiacciante di arretratezza culturale, quasi medievale, fatto di un linguaggio sessista e volgare che dovrebbe essere ormai consegnato ai libri di storia. È evidente, purtroppo, che questo retaggio rappresenti ancora il corredo culturale di una parte della politica siciliana, e ciò è del tutto inaccettabile. Esprimo la mia piena solidarietà all’onorevole Margherita La Rocca Ruvolo, così come a tutte le donne, vittime dirette e indirette di quella che è, senza dubbio, una forma di violenza. Questa vicenda conferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza di un impegno delle istituzioni che, ai temi irrinunciabili della legalità e della trasparenza, unisca con forza quello per il contrasto a qualsiasi forma di violenza di genere, ivi compresa quella verbale, troppo spesso sottovalutata ma che è spesso precursore di tutte le altre“.