È stato presentato a Roma il Comitato per il “Sì” alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, promosso dalle Camere Penali italiane. Un’iniziativa che segna un nuovo passo nell’impegno dei penalisti a favore di una giustizia più indipendente, trasparente e meritocratica. L’idea della riforma non nasce oggi: già nel 2017, infatti, l’Unione delle Camere Penali Italiane aveva raccolto oltre 70.000 firme per sostenere la proposta, che mira a distinguere in modo netto le funzioni requirenti da quelle giudicanti. Tra i sostenitori anche la Camera Penale di Marsala, che sottolinea come la modifica costituzionale punti a creare due distinti Consigli Superiori della Magistratura — uno per i pubblici ministeri e uno per i giudici — garantendo così percorsi professionali separati e privi di interferenze reciproche. L’obiettivo è rafforzare l’imparzialità e l’autonomia dell’intero sistema giudiziario. Un altro aspetto innovativo della riforma è l’istituzione dell’Alta Corte di Giustizia, un organismo che, attraverso meccanismi di sorteggio, punta a ridurre il peso delle correnti interne alla magistratura e a promuovere una gestione più equa e indipendente delle carriere.
“La separazione delle carriere non è una misura contro la magistratura, ma un passo necessario per garantirne la piena indipendenza”, afferma la Camera Penale di Marsala. “Solo così sarà possibile assicurare ai cittadini una giustizia realmente imparziale, libera da condizionamenti e fondata sul merito e sul rispetto della legge“. La riforma della separazione delle carriere viene quindi presentata come una riforma di civiltà giuridica, volta a rafforzare lo Stato di diritto e a costruire una giustizia più vicina ai cittadini, trasparente e libera da logiche interne.