Il Presidente del Libero Consorzio di Comuni trapanesi Salvatore Quinci torna a parlare dello Stadio Provinciale e della richiesta alla società Trapani 1905 di pagare le utenze dell’impianto responsabile – secondo la Provincia – visto il mancato rimborso. Si parla di 111.299,14 euro, relative alle bollette già pagate dall’Ente. Quinci in una nuova nota tende a precisare che non vuole entrare dentro vicende politiche – intendendo quelle che fanno tribolare la vita politica e sportiva trapanese -, ma che si tratta solo di una mera questione tecnico-amministrativa. “Ritengo sia utile precisare e puntualizzare che non intendo rilasciare dichiarazioni sugli sviluppi della vicenda che riguarda lo Stadio Provinciale. Come ho avuto modo di ribadire ai giornalisti che mi hanno contattato per avere una mia replica sulle contestazioni sollevate dalla FC Trapani 1905, a seguito dell’avvio della procedura promossa dal Libero Consorzio Comunale e diretta ad ottenere il rimborso delle utenze non corrisposte, non considero necessario rispondere nel merito. Tengo tuttavia a sottolineare – continua Quinci – che le questioni sollevate contro l’Ente sono esclusivamente di natura giuridico-amministrativa e fanno riferimento, nei termini e nelle condizioni, alla convenzione sottoscritta, nel tempo, dalla Società granata e il Commissario Straordinario. Si tratta, dunque, di aspetti del tutto estranei a valutazioni e ancor più ad indirizzi di carattere politico”.
E rispondendo al Presidente granata Valerio Antonini: “Mi limito a dire che accolgo con favore la presa di posizione del vertice societario, che ha annunciato la sua volontà di trasmettere gli atti alle competenti sedi giudiziarie, civili e penali, per fare chiarezza su eventuali, presunte e denunciate responsabilità. E’ una scelta che rappresenta, dal mio punto di vista, una garanzia per tutti i protagonisti di questo contenzioso. Sarà infatti la legge a valutare ogni aspetto ed ogni elemento giuridico tanto a tutela della FC Trapani 1905 quanto del Libero Consorzio Comunale. La politica non può che rimanere in attesa dei percorsi indicati dalle norme”.