Un 21enne è stato ucciso nella notte a Palermo, a piazza Olivella pochi passi dal Teatro Massimo, zona della ‘movida’, con un colpo di pistola alla testa. Il giovane Paolo Taormina, figlio del proprietario del locale “Scruscio”, sarebbe intervenuto per sedare una rissa con l’assalto da parte di alcuni avventori contro un ragazzo. Uno dei protagonisti della lite ha estratto una pistola sparando alla testa del 21enne. Su quanto accaduto indagano i carabinieri del Reparto operativo di Palermo che stanno ascoltando i testimoni presenti nella zona al momento dell’omicidio e analizzando le immagini delle telecamere di sicurezza. Al momento c’è un fermato: si tratta di un 28enne dello Zen.
Sulla vicenda è intervenuta Rosa Di Stefano di Federalberghi Palermo: “Sono profondamente addolorata, come donna, come madre e come cittadina di questa città che amo e che ogni giorno, per la mia categoria, cerco di rappresentare con orgoglio. Ma oggi prevale solo il dolore, e la rabbia di chi non vuole più assistere in silenzio a questa deriva”. Di Stefano ricorda che appena pochi giorni fa Federalberghi aveva incontrato il prefetto Mariani e il sindaco Roberto Lagalla per affrontare il tema della sicurezza in città. “La sicurezza non è un tema secondario, è la base su cui poggia tutto, il turismo, il lavoro, la vita quotidiana. Chiediamo con forza un piano forte, coordinato e visibile di presidio del territorio, per restituire fiducia e protezione a chi vive e lavora a Palermo”.
“Palermo merita notti di bellezza, non di sangue. Merita giovani che sognano, non che muoiono. E noi abbiamo il dovere morale di non abituarci mai a tutto questo”. Il pensiero della presidente Di Stefano va infine alla vittima e ai suoi familiari. “Questo dolore deve diventare coscienza collettiva. La città ritrovi la sua anima, la sua pace e la forza di cambiare davvero”.
«Niente è peggio di vivere la morte del proprio figlio. Siamo sconvolti per la morte di Paolo Taormina». Con queste parole Giuseppe Claudio Terruso, presidente di Confartigianato Palermo, commenta con profonda commozione il tragico omicidio del ventunenne avvenuto la scorsa notte in via Spinuzza, a pochi metri dal Teatro Massimo, nel cuore della città. Il giovane è stato ucciso mentre lavorava nel pub della madre, davanti a decine di persone radunate per trascorrere il sabato sera.«Più volte come Confartigianato Palermo – dice Terruso – siamo intervenuti sulla problematica della violenza in città, Dal nostro punto di vista esistono soluzioni a breve e a lungo termine. Nel primo caso chiediamo a chi ne ha il potere istituzionale
maggiore controllo nel territorio, con perquisizioni più efficaci e azioni mirate anche alla limitazione del traffico di droga e delle armi, che sono ormai reperibili a basso costo. Tale controllo è da effettuare con le forze dell’ordine che abbiamo a disposizione e con eventuale inserimento di elementi dell’Esercito. In quest’ultimo caso i militari devono essere presenti in tutte le città d’Italia e non solo a Palermo».«Per quanto riguarda il progetto di lungo termine – conclude Terruso, in nome di Confartigianato Palermo – chiediamo di puntare sull’istruzione, perché la scuola deve essere osservata come creatrice di persone con umanità, capace di creare percorsi psicologici mirati e dove si impara a gestire le proprie emozioni. A nostro parere bisogna partire dalla questione del cosiddetto “patriarcato”. Perché sono spesso le emozioni represse che portano allo sfociare di questi atti di violenza».
“L’ennesima vittima della violenza di strada, della costante voglia di sopraffazione dell’altro, dell’assenza di valori e punti di riferimento, del disorientamento totale in cui vivono alcuni giovani. Tutta Palermo piange l’ennesima giovane vita persa senza un perché, siamo vicini alla famiglia. Serve un intervento immediato i cittadini hanno paura”. Lo afferma Federica Badami segretaria generale Cisl Palermo Trapani. “Il fallimento è di tutti se le giovani generazioni pensano che armarsi di odio e violenza, sia il modo di vivere la città. Le risse sono all’ordine del giorno, i commercianti del centro storico non si sentono al sicuro e spesso a farne le spese della violenza diffusa, che non proviene solo dalle giovani generazioni, sono anche i lavoratori”. Badami aggiunge, “ma l’accesso alle armi a Palermo, anche ai giovani, è diventato così semplice? E’ una riflessione che rappresenta un punto di partenza su cui possano lavorare insieme coloro i quali abbiano a cuore la città”. “Ad aggravare tutto c’è la percezione della sicurezza della città, che sta cambiando agli occhi di coloro i quali la vivono e anche coloro i quali la guardano come turisti, e questo potrebbe provocare danni non solo economici ma anche di immagine di una città bellissima che ha sempre tanto da offrire”. Badami conclude “bisogna rispondere uniti allo sbando con una strategia di prevenzione che partendo dalle scuole diffonda i principi di rispetto per la vita altrui, di tolleranza, di ripudio dell’uso delle armi, e a ciò serve unire misure immediate e concrete contro la malamovida e per la sicurezza dei cittadini. Lo Stato deve far sentire la sua voce, attraverso presidi del territorio che garantiscano controlli continui e costanti, agendo però, anche, su un lavoro congiunto sul fronte preventivo che sia lungimirante e strutturale, la città è ormai in emergenza”, conclude Badami.