La Riserva Naturale dello Stagnone, gioiello ambientale del territorio marsalese, è oggi al centro di un acceso dibattito. Al centro della questione ci sono i chioschi stagionali che, soprattutto durante i mesi estivi, proliferano all’interno dell’area protetta, attirando migliaia di visitatori con musica ad alto volume, eventi e bivacchi che rischiano di mettere a repentaglio l’equilibrio delicato dell’ecosistema. La presenza di queste attività, infatti, solleva preoccupazioni tra ambientalisti e cittadini riguardo alla tutela della flora e della fauna del sito, da sempre considerato uno degli ambienti lagunari più suggestivi e fragili della Sicilia.
Una sentenza potrebbe cambiare le sorti del chioschi
Ma sul piano politico e amministrativo si muove anche un’altra linea: quella di chi difende i chioschi come opportunità economica e strumento di valorizzazione del territorio. Tra questi, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Lele Pugliese, che annuncia una data chiave per il futuro dell’area: il prossimo 2 ottobre il TAR si esprimerà su una sentenza attesa da molti operatori commerciali della zona. “Si tratta di un pronunciamento che potrebbe fare storia per i nostri chioschi – dichiara Pugliese – e diventare un punto di riferimento giurisprudenziale per la loro permanenza nella Riserva dello Stagnone”. L’esponente di Sala delle Lapidi si lancia in un post Facebook significativo, facendo riferimento a una norma introdotta recentemente, l’articolo 73 comma 2 della Legge Regionale n.3 del 31 gennaio 2024, fortemente sostenuta da lui e dall’ex deputato regionale Nicola Catania. Tale disposizione intende offrire maggiore stabilità a chi opera commercialmente nell’area, evitando il continuo montaggio e smontaggio delle strutture a fine stagione, un obbligo che i promotori della legge definiscono “assurdo” e fonte di “grandi disagi e costi” per i lavoratori.
Ambientalisti e abitanti sul piede di guerra
“Siamo fiduciosi – conclude Pugliese – che questa decisione possa rappresentare una svolta, e contribuire a valorizzare il lavoro di tanti nostri commercianti”. La vicenda, insomma, si gioca su un equilibrio sottile: da un lato la necessità di salvaguardare un ecosistema prezioso e vulnerabile, dall’altro il desiderio di sostenere l’economia locale e chi, da anni, lavora nella zona offrendo servizi turistici. Il verdetto del TAR potrebbe rappresentare un precedente importante, capace di indirizzare il futuro della convivenza tra tutela ambientale e attività commerciali nella Riserva dello Stagnone. Sappiamo già però che nel caso il Tar si pronunci favorevolmente per i chioschi, che il provvedimento porterebbe gli ambientalisti e gli abitanti della zona sul piede di guerra.