Giornata di protesta agricola in tutta Italia, con la mobilitazione nazionale promossa da Coldiretti che ha acceso i riflettori sulla crisi del grano duro, coinvolgendo in particolare il Sud: in Sicilia con un corteo a Palermo, in Puglia con una manifestazione a Bari, e in altre regioni cerealicole storiche.
La protesta di Coldiretti sul grano duro
Coldiretti ha voluto riportare al centro del dibattito politico ed economico la crisi strutturale del settore del grano duro, sottolineando le gravi difficoltà che affliggono da anni migliaia di aziende agricole del Mezzogiorno. I dati sono allarmanti: circa 600.000 ettari di seminativi, dalla Basilicata alla Sicilia, sono stati abbandonati, perché coltivare grano duro italiano è diventato antieconomico. I prezzi, ormai da anni, sono al di sotto dei costi di produzione, schiacciati dalla concorrenza estera, in particolare dal grano canadese, noto per il suo contenuto proteico (14%) ma anche per la presenza di micotossine cancerogene e glifosato. Al contrario, il grano duro del Sud Italia – messo a dura prova dalla crisi – è ritenuto qualitativamente superiore: coltivato sotto il sole del Mediterraneo, giunge a maturazione in condizioni ideali, senza sviluppare le pericolose micotossine. Eppure, l’abbandono dei campi e il calo della produzione parlano chiaro: serve una svolta politica ed economica.
Ma scoppia la polemica: “Una sceneggiata organizzata”
A gettare benzina sul fuoco, però, ci ha pensato oggi l’associazione “I Guardiani del Territorio”, formata da agricoltori trapanesi, che ha preso posizione netta contro Coldiretti e la manifestazione tenutasi a Palermo. In un duro comunicato, i Guardiani parlano di “manifestazione ingannevole”, accusando l’organizzazione agricola di aver strumentalizzato la crisi del grano per mettere in piedi una “passerella nazionale” che, in realtà, ha ignorato le vere emergenze dell’agricoltura siciliana, a cominciare dal comparto vitivinicolo. “I viticoltori siciliani – afferma l’associazione – sono stati chiamati uno ad uno con la promessa che la manifestazione avrebbe riguardato crisi idrica, peronospora e siccità. Invece, a Palermo si è parlato d’altro. Ancora una volta, i problemi reali sono stati cancellati“. Secondo i Guardiani, quella di Coldiretti è stata una mobilitazione-farsa, organizzata “come una gita domenicale”, con pullman gratuiti, colazioni al sacco, cappellini, fischietti e le immancabili magliette gialle. “Questa non è mobilitazione, è sceneggiata. È un’offesa alla dignità di uomini e donne che chiedono rispetto e risposte, non goliardate organizzative”, affermano con amarezza.
PSR e aiuti ignorati: “Una colpa grave”
La critica più pesante però riguarda la mancata difesa dei viticoltori. Secondo l’associazione trapanese, Coldiretti ha ignorato completamente la misura 23 del PSR, lo strumento previsto da Bruxelles per ristorare i danni da calamità naturali – in particolare la siccità – e che sarebbe stato fondamentale per salvare centinaia di aziende vitivinicole in crisi. “La Coldiretti doveva farsi carico di chiedere, monitorare e garantire l’applicazione della misura. La sua omissione è una colpa grave“. E proprio perché la Coldiretti resta la più grande organizzazione agricola italiana, gli agricoltori trapanesi lanciano un appello: “Abbandoni le passerelle e si faccia finalmente carico di una vera manifestazione unitaria di tutto il mondo agricolo siciliano. La credibilità si gioca su battaglie vere, non su slogan e t-shirt“.
Un mondo agricolo spaccato?
La giornata di oggi lascia un retrogusto amaro: se da una parte Coldiretti riesce a riportare l’attenzione sulla crisi del grano duro, dall’altra cresce la frattura con una parte degli agricoltori, che si sentono abbandonati nei problemi quotidiani. La sfida ora è politica, economica e sindacale: riuscirà il mondo agricolo siciliano a ritrovare un fronte comune? E soprattutto: le istituzioni risponderanno alle richieste concrete che vengono dai campi, o si limiteranno a partecipare alle passerelle?