Tagli assistenza alunni disabili, anche in Provincia di Trapani diritto allo studio e bilanci in crisi

Carmela Barbara

Tagli assistenza alunni disabili, anche in Provincia di Trapani diritto allo studio e bilanci in crisi

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giovedì 18 Settembre 2025 - 15:10

Un settembre che avrebbe dovuto segnare l’inizio sereno di un nuovo anno scolastico si è invece trasformato in un campo di battaglia per i diritti degli studenti con disabilità. La scintilla è scoccata nel Distretto socio-sanitario 50, che comprende Trapani, Erice, Paceco, Custonaci, Valderice, Buseto Palizzolo, San Vito Lo Capo, Favignana e Misiliscemi. Qui, lo scorso 1° settembre, i sindaci e la Neuropsichiatria infantile dell’Asp di Trapani hanno sottoscritto un protocollo operativo che ha ridisegnato le regole del servizio Asacom, l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione, previsto dalla legge 104/92 per permettere agli alunni fragili di vivere pienamente la scuola.

Il cuore della contesa

La novità introdotta è radicale: non più ore di assistenza calcolate caso per caso dal Gruppo di Lavoro Operativo (GLO) e inserite nel Piano Educativo Individualizzato (PEI), ma un sistema “a categorie”, con un numero standard di ore stabilito in base al tipo di disabilità. L’obiettivo dichiarato dai sindaci è “evitare sovrapposizioni tra insegnanti di sostegno e assistenti Asacom, garantendo al tempo stesso servizi più omogenei su tutto il territorio”. Nelle intenzioni delle amministrazioni, la mattina resta presidio di scuola e Asacom, mentre il pomeriggio verrebbe potenziato con educativa domiciliare, sport e percorsi di autonomia. “Non stiamo togliendo ore – ribadiscono i sindaci – ma costruendo un sistema più efficiente ed equo”.

La protesta delle famiglie

Ben diversa è la lettura di associazioni e genitori. “L’Asacom non è un privilegio, ma un diritto sancito dalla Costituzione – ricordano ACA Sicilia e ACACISAL –. Solo il GLO, attraverso il PEI, può stabilire le ore necessarie. Ridurre tutto a categorie significa negare l’individualità di ogni bambino». Nei fatti, denunciano, le riduzioni sono pesanti. «Un ragazzo che aveva 18 ore nel PEI adesso ne ha 9 – spiega Basilio Calabrese, presidente di Anffas Trapani –. In altri casi i tagli superano il 50%. Così si mina il diritto allo studio e all’inclusione”. Anffas parla apertamente di “discriminazione diretta” ai sensi della legge 67/2006 e annuncia battaglia legale. In una lettera indirizzata a sindaci, Asp e Garante regionale per le persone con disabilità, Calabrese richiama la Convenzione ONU: “Nulla su di noi senza di noi. Le persone con disabilità devono essere coinvolte nelle decisioni che le riguardano. È un principio che qui viene violato”.

A sostegno delle famiglie arriva anche il garante per i diritti delle persone con disabilità del Comune di Trapani, Tiziana Barone, che chiarisce: “L’Asacom è una figura prevista dalla legge 104 del 1992 e ha il compito di favorire l’inclusione e l’integrazione scolastica dell’alunno disabile, migliorandone l’autonomia personale e le relazioni con i compagni. Non c’è alcuna sovrapposizione con l’insegnante di sostegno: si tratta di ruoli diversi ma complementari. Le ore affidate agli Asacom – aggiunge – non possono essere frutto di una convenzione, perché derivano dai PEI e dai GLO, che vengono redatti annualmente. Se da questi strumenti risulta un monte ore, questo non può essere diminuito arbitrariamente all’inizio dell’anno scolastico”.

La sponda dei consumatori

Sulla stessa linea anche l’avvocato Vincenzo Maltese, dirigente regionale dell’associazione Codici Sicilia: “Il diritto all’Asacom va garantito a tutti gli alunni con disabilità, anche lieve. Diversi Tribunali hanno già condannato gli enti locali che negavano il servizio. Se necessario, siamo pronti a sostenere i ricorsi delle famiglie”. Maltese guarda anche alla politica: “C’è un emendamento al bilancio regionale che stanzia 10 milioni di euro per gli Asacom. Se verrà approvato, i Comuni non avranno più alibi”.

Una battaglia di civiltà

In mezzo, restano le famiglie, costrette a fare i conti con ore dimezzate, incertezze organizzative e, soprattutto, la paura che i propri figli restino indietro. “Quelle ore non sono un dettaglio burocratico – scrive Anffas – ma lo strumento che decide se un bambino può andare a scuola come tutti o no”. La Sicilia si ritrova così divisa tra esigenze di bilancio e diritti fondamentali. Una contesa che non è solo locale, ma tocca un nodo centrale del nostro sistema educativo: quanto vale, davvero, l’inclusione? E mentre gli enti pubblici parlano di “efficienza” e “sostenibilità”, famiglie e associazioni ribadiscono una verità semplice: il diritto allo studio non è negoziabile, e ogni ora tagliata pesa come una porta chiusa sul futuro di un bambino.

Intanto sarà discussa la prossima settimana in Commissione la manovra-quater della Regione Siciliana che conterrà lo stanziamento dei fondi necessari a garantire i servizi degli Asacom. L’emendamento, già firmato dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino su disposizione del presidente Renato Schifani, prevede lo stanziamento di 10 milioni di euro da destinare agli Enti locali – Comuni, ex Province – che, nelle scuole di loro competenza, garantiscono il servizio.

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