La vicenda della Variante al Piano Regolatore Generale (PRG) di Valderice si sta trasformando in uno dei dossier più spinosi e divisivi della recente storia amministrativa del Comune trapanese. A far deflagrare definitivamente il caso, il Decreto Assessoriale n.128 del 19 maggio 2025, notificato al Comune il 21 dello stesso mese, con cui l’Assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giuseppa Savarino, ha disposto la rielaborazione della Variante e la rimodulazione del Rapporto Ambientale, a seguito del parere reso dalla Commissione Tecnica Specialistica (CTS) (Sottocommissione Ambiente) organo regionale preposto alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Un atto che l’opposizione definisce una bocciatura sonora, mentre l’Amministrazione guidata dal sindaco di centrodestra, Francesco Stabile, respinge le accuse, minimizzando l’impatto della decisione e parlando di “semplici integrazioni tecniche”. Ma le carte, come spesso accade, raccontano una storia diversa.
Nel parere n.135 del 13 maggio 2022, la CTS aveva già elencato una lunga serie di rilievi e elencato le giuste indicazioni al Rapporto Ambientale Preliminare. Rilievi che, secondo la Commissione, non sono stati adeguatamente recepiti nel documento successivo, datato ottobre 2022 ma consegnato due anni dopo. Nelle 70 pagine del nuovo parere, il giudizio è netto: mancano valutazioni approfondite delle alternative progettuali, non c’è coerenza con la pianificazione sovraordinata, si registra un eccessivo consumo di suolo, e sono assenti elementi fondamentali come il Piano parcheggi e il recepimento del Piano di Protezione Civile. Nonostante il termine “bocciatura” non sia tecnicamente contemplato nel lessico della VAS, come sottolineano gli uffici regionali, la sostanza non cambia: la CTS ha demolito l’impianto metodologico del piano, rimandandolo al mittente con 26 indicazioni/prescrizioni vincolanti da attuare per ottenere il parere favorevole.
Il sindaco Francesco Stabile respinge fermamente le accuse dell’opposizione: “Nel decreto non si parla mai di bocciatura. Si tratta di una richiesta di integrazione, peraltro normale in processi complessi come questo”. Ricorda che la competenza urbanistica è in capo alla Regione, che ha già “validato” l’adozione della Variante con la delibera del Commissario ad Acta n.25245/2024, firmata dall’arch. Donatello Messina. Difende il tecnico incaricato, l’Urbanista Marcel Pidalà, tra i professionisti più noti nel settore, e precisa che il lavoro non è stato fermo: “Il PRG precedente era “scaduto” da 14 anni, e nessuno ha fatto nulla. Noi invece abbiamo avviato l’iter nel 2020 e adottato la Variante nel 2024”. E accusa l’opposizione di strumentalizzare e delegittimare il lavoro di chi sta operando con responsabilità. Di tutt’altro tono la lettura dell’opposizione – PD, Lista “La Scelta” e Movimento 5 Stelle – rappresentati da Sabrina Cucciardi, Massimo Di Gregorio e Marcella Mazzeo. Parlano di una procedura pesantemente viziata, lettere desiderata di cittadini che per puro caso hanno scritto al Sindaco, in corso di elaborazione della variante al P.R.G., chiedendo di cambiare la destinazione urbanistica delle loro proprietà private creando, fra l’altro, una odiosa disparità di trattamento tra cittadini, e di un’amministrazione incapace di vigilare e trasparente solo a parole.
Secondo l’opposizione, il Piano ha favorito le istanze private di pochi a scapito dell’interesse collettivo, ha ignorato il dettato dell’art.3 della L.R. 71/78 sui termini delle osservazioni, e ha previsto interventi considerati “obbrobriosi” come l’edificazione nella Pineta comunale e nel Parco suburbano di Misericordia o i cinque piani nel lato sud di via Vespri. La modifica della destinazione d’uso dell’area artigianale “Aurora” da zona produttiva a commerciale è poi vista come una scelta iniqua e dannosa per le imprese storicamente insediate. A prendere posizione in maniera decisa è anche il Presidente del Consiglio Comunale, Camillo Iovino che, pur cercando una mediazione istituzionale, non nasconde l’insoddisfazione per l’operato del tecnico incaricato: “Nonostante la reputazione dell’architetto Pidalà, il risultato è stato al di sotto delle aspettative. Se non ci sarà un cambio di passo concreto e rapido, si valuterà la possibilità di contestare formalmente l’incarico”.
Nel frattempo, il Consiglio ha richiesto un incontro urgente con il progettista e ha approvato una mozione, presentata dall’opposizione, che impegna l’Amministrazione a informare costantemente i cittadini e i capigruppo consiliari sull’avanzamento del procedimento, visto tra l’altro che la comunicazione dello scorso maggio da parte della regione non era stata comunicata a nessuna forza politica presente in Consiglio comunale. A rendere la situazione ancora più critica è la scadenza del 31 dicembre 2025, entro cui la Variante al P.R.G. deve risultare adottata. Ma il Decreto dell’Assessore dispone la rielaborazione della variante. Pertanto, è verosimile che si pone il problema della riadozione e della ripubblicazione della medesima rielaborata.
Nondimeno se la variante non risulterà adottata entro il 31 dicembre 2025, l’intero procedimento, a norma della legge regionale n.71/78, decade e il Comune dovrà ripartire da zero, avviando la redazione del Piano Urbanistico Generale (PUG) secondo le disposizioni previste dalla legge regionale n. 19/2020. La Variante al PRG di Valderice doveva essere il trampolino per un nuovo sviluppo urbanistico sostenibile e moderno. Si sta invece rivelando un nodo politico, tecnico e amministrativo che rischia di strozzare la pianificazione del territorio. La posta in gioco è alta: la coerenza ambientale, il futuro delle imprese locali, l’equilibrio fra interesse pubblico e privato, e la credibilità delle istituzioni. Nel frattempo, la comunità resta spettatrice di un confronto sempre più acceso. Ma una cosa appare chiara: Valderice non può più permettersi di perdere tempo. Né di sbagliare di nuovo.