Dal 2019 tornato alla guida di Airgest e fresco di conferma per altri tre anni, Salvatore Ombra è indicato da molti osservatori politici come il prossimo candidato sindaco della coalizione di centrodestra a Marsala. Le quotazioni su una sua partecipazione alle amministrative del 2026 sono in netto rialzo e la sensazione è che le prossime settimane potranno essere decisive per chiarire lo scenario all’interno della coalizione formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Democrazia Cristiana, Grande Sicilia e Noi Moderati, cui potrebbero aggiungersi anche altri movimenti civici.
Presidente, cosa c’è di vero su una sua possibile candidatura a Marsala?
In questo momento mi occupo di aeroporto. Ho dato comunque la mia disponibilità all’onorevole Stefano Pellegrino. E’ un’ipotesi che può trovare realizzazione se inserita in una grande ed ampia coalizione di centrodestra. Non mi interessa chiedere col cappello in mano di essere sostenuto o che il mio nome finisca per essere gestito da qualcuno. Serve un’azione forte per Marsala, per cui è giusto che il sindaco sia frutto di una concertazione politica, ma deve avere un mandato chiaro, perchè è il sindaco che mette la faccia davanti alla città e rischia di prendersi le palettate di fango addosso. Magari non tutti la vedono così. La mia dispobilità è in campo, se ritenuta utile. Altrimenti, continuo a fare quello che faccio e il centrodestra individuerà un altro candidato che io, comunque, voterò.
Ne ha parlato anche con il presidente Schifani?
Con il presidente Schifani, in questo periodo, abbiamo parlato di aeroporto, dell’abolizione dell’addizionale comunale che è una vittoria storica per il nostro territorio. Era un provvedimento fortemente richiesto dalle compagnie aeree e il presidente Schifani lo ha accolto e portato avanti. In Calabria ha generato un incremento di passeggeri del 200% e siamo certi che gli aeroporti di Trapani e Comiso potranno trarne un grande vantaggio in termini di competitività.
Come sta andando la stagione?
Non sta andando secondo le aspettative. Abbiamo un calo di circa il 10% del traffico. I voli sono pieni, ma lasciano poco sul territorio. Recupereremo l’anno prossimo, con il nuovo contratto triennale che prevede un potenziamento dei voli di Ryanair e la possibilità di trovare intese con altre compagnie grazie all’abolizione dell’addizionale comunale. A breve partiranno le gare per i lavori che interesseranno l’aerostazione per 13 milioni di euro e ne cambieranno il volto come già era avvenuto tra il 2008 e il 2009. Abbiamo già l’ok dell’Enac e i decreti di finanziamento con i fondi Fsc sono di imminente uscita.
Lei spesso ha parlato di un problema di attrattività del territorio trapanese. Come giudica la situazione adesso?
Sono i dati a dirlo. Scarichiamo un milione di passeggeri l’anno e gli imprenditori hanno investito tanto in questi anni per consegnare strutture migliori, ma la permanenza media dei turisti in provincia non supera i due giorni. Questo significa che si arriva a Trapani e ci si muove verso destinazioni più attrattive. Purtroppo il nostro territorio si presenta in condizioni non eccellenti, soprattutto per quanto riguarda l’intermodalità: i servizi pubblici funzionano poco e i turisti sono costretti a noleggiare le auto. Inoltre i territori non sono coordinati tra loro e le cronache raccontano di problemi di sicurezza e poca pulizia. Il contraltare di tutto ciò è rappresentato dalle grandi bellezze che il nostro territorio offre.
Qualora dovesse candidarsi a sindaco, quando dovrebbe lasciare la guida di Airgest?
Non sono ruoli incompatibili tra loro. Ma è chiaro che non si può fare il presidente di Airgest e il sindaco in contemporanea. Ancora è presto per dirlo, prima bisogna determinare le regole del gioco per individuare un candidato capace di mettere tutti d’accordo. Ci sono tante interlocuzioni in corso, sono certo che si arriverà alla soluzione migliore.