Esami a punti, eccellenze e oltre-voto, parla la dirigente marsalese Fiorella Florio

redazione

Esami a punti, eccellenze e oltre-voto, parla la dirigente marsalese Fiorella Florio

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martedì 29 Luglio 2025 - 06:50

La scelta di alcuni studenti di astenersi dal colloquio finale degli Esami di Stato sta facendo molto discutere sui media nazionali. Diversi osservatori si sono limitati a stigmatizzare la scelta dei ragazzi, ritenendola frutto di scarsa maturità. Il Ministro Valditara ha preannunciato un intervento normativo per evitare che il prossimo anno possano ripetersi casi del genere. Sulla vicenda abbiamo sentito la dirigente scolastica Fiorella Florio, da dodici anni alla guida del Liceo “Pietro Ruggieri” di Marsala.

Cosa pensa dei casi che si sono verificati quest’anno agli Esami di Stato?

Sul “rifiuto” del colloquio fatto registrare da tre candidati agli Esami di Stato e la richiesta al Ministro da parte di un quarto diplomato di aver ridotto il punteggio ottenuto a “60” non ho titolo ad esprimermi sui singoli casi, per mancanza di competenza oltre che per non conoscerne in modo abbastanza approfondito. Nell’evidenziare a margine che il comportamento dei tre studenti che hanno volutamente fatto “scena muta” al colloquio è legittimamente possibile alla luce della normativa attualmente vigente, non posso peró non cogliere il minimo comun denominatore di questi casi: i ragazzi evidenziano le fragilità di questo Esame di Stato “a punti”.

Cos’è cambiato rispetto al passato?

Un siffatto esame determina inevitabilmente un cambiamento di paradigma nella valutazione, e di conseguenza nel processo di insegnamento-apprendimento, a partire dal terzo anno di scuola superiore. Gli alunni, che fino a conclusione del secondo anno avevano avuto un approccio sereno con le materie, vedono abbassarsi la bandierina dello starter e finalizzano la loro vita scolastica al conseguimento del “credito”, con un carico di ansia da prestazione non indifferente. Non voler deludere i genitori, non di rado “competitivi”, e i docenti inficia non poco la tranquillità dei ragazzi e perfino la relazione educativa. La scuola diventa luogo di competizione e il docente è il “giudice di gara”. La motivazione allo studio assume per molti una connotazione fortemente estrinseca e si perde il piacere di apprendere e di crescere.
Il suo istituto come sta affrontando questo processo?
Il prossimo sarà il terzo anno scolastico in cui nella sezione C la valutazione intermedia fa uso di parole, e non di numeri, con l’ “oltre voto”, fornendo, quali feedback, dei riscontri descrittivi del lavoro svolto, con cui si non solo si “fotografano” in quel momento le competenze e il loro grado di consolidamento, ma si indicano le strategie per migliorare, con il supporto dei docenti: è l’espressione più concreta di una valutazione formativa che vede docente e discente convergere nell’obiettivo comune della crescita del secondo. I voti numerici vengono espressi solo in valutazione diagnostica alla fine del trimestre e in valutazione sommativa alla fine dell’anno scolastico.

Un approccio molto diverso rispetto a quello prevalente…

Tutto questo è emotivamente incompatibile con un Esame di Stato “a punti”, che non solo è per 60 punti su 100 legato all’aleatorietà delle prove d’esami e alle individuali capacità di gestire l’ansia, ma prevede un percorso scolastico triennale con momenti di non ritorno in quanto il numero massimo di punti attribuibili è ripartito per singolo anno degli ultimi tre. Dunque il miglioramento conseguito alla fine del triennio non consente il recupero di punti non ottenuti negli anni precedenti a causa umanissime eventuali fragilità che diventano veri e propri “peccati originali” di cui pagare lo scotto al momento degli Esami.

E’ pur vero che da un lato le scuole puntano a valorizzare le eccellenze, dall’altro hanno il dovere di tutelare gli altri studenti dalla sensazione di valere meno degli altri. Non c’è il rischio di un corto circuito?

Venerdì scorso abbiamo svolto l’annuale incontro di valorizzazione delle eccellenze, per i ragazzi che hanno ottenuto la migliore media nelle rispettive classi intermedie e per coloro che agli esami di Stato hanno ottenuto 100 o 100 e lode. Quest’anno sono stati premiati anche i ragazzi classificatisi ai primi posti di “Gioiamathesis – Olimpiadi di giochi linguistici matematici”. A premiare sono state due eccellenze del Ruggieri: il dottore Fabrizio Mancuso, dermatologo e relatore in conferenze del settore in contesti internazionali, e la dottoressa Laura Pipitone, esperta in lingue orientali con esperienza triennale in Cina, che oggi lavora nell’ambito della chirurgia estetica per scambi col mondo orientale. La manifestazione di venerdì e, in generale, le valorizzazioni delle eccellenze non sono in contrapposizione rispetto alla valutazione formativa e, comunque, più attenta, in cui crediamo. Il miglioramento delle competenze dei ragazzi, la promozione della loro crescita personale è, e deve continuare ad essere, lo scopo della scuola, coinvolgendo tutti gli alunni. Semmai auspichiamo che l’impegno sia originato da una più sentita necessità intrinseca volta ad una esigenza personale di crescita e non una “gara a punti” in cui il talento richiesto sia la capacità di gestire l’ansia o di superare gli altri. In questo un ruolo determinante è riservato al docente ma sarebbe bello che le norme coadiuvassero e non “ingabbiassero” la capacità di motivare dei professori. Non premiare le eccellenze perché si avvertono i limiti dell’attuale sistema di valutazione significherebbe penalizzarli doppiamente. Invece meritano tutto il nostro apprezzamento, pur nella consapevolezza che il 100 o il 100 e lode non sono condizione necessaria e sufficiente del successo futuro: che non siano condizione necessaria è dimostrato da tanti nostri ex studenti che, pur non avendo conseguito il diploma con la massima valutazione, ora hanno realizzato i loro sogni nei campi più disparati e hanno riconoscimenti continui a tutti i livelli; ma è ancor più importante che i ragazzi siano consapevoli che non sono condizione sufficiente, perché la possibilità del fallimento, dell’inciampo, dell’incidente di percorso sia loro compagna di vita affinché abbiano sempre le spalle abbastanza forti per superare le difficoltà. Quest’anno al Ruggieri si è verificato un caso veramente singolare. Nicola Pugliese, ammesso con 39 punti su 40, ha svolto degli Esami veramente brillanti e la Commissione, nell’impossibilità normativa di potergli attribuire la lode, ha voluto accompagnare il suo 100 con una particolare menzione di merito. Il Ruggieri è particolarmente orgoglioso del percorso di crescita di Nicola: il suo punteggio di 39 e non 40 crediti di credito scolastico é da attribuire ad un punto in meno al terzo anno; un “battito di ciglia” poi ampiamente superato da una prosecuzione sempre più brillante del percorso. Un paradosso della normativa dell’attuale Esame di Stato per un ragazzo la cui preparazione oggi evidentemente non ha nulla di diverso da quella dei suoi compagni che hanno ottenuto il 100 e lode.

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