Sono passati 29 anni dal suo ultimo giorno a Marsala come magistrato in servizio presso il vecchio Palazzo di Giustizia di piazza Borsellino, dove era entrato nel novembre del 1993. Sessantasei anni, originario di Trapani, dopo diverse esperienze Alfonso Malato è tornato a Marsala, stavolta con l’incarico di presidente del Tribunale, che nel frattempo ha spostato la propria sede nei nuovi locali di via del Fante.
Davanti alla folta platea che ha riempito l’aula “Paolo Borsellino”, Malato ha manifestato la propria emozione di fronte a questo nuovo incarico, assicurando “massimo impegno al fine di perseguire l’obiettivo di rendere efficiente ed efficace il servizio di amministrazione della giustizia a beneficio dei cittadini del circondario”. Tra i presenti, anche la moglie e il figlio, a cui il neo presidente del Tribunale di Marsala ha dedicato un sentito pensiero, e i colleghi del Tribunale di Agrigento, dove Malato ha ricoperto, dal 2018, il ruolo di presidente della sezione penale.
Il neo presidente ha mostrato di conoscere bene la realtà con cui sta per misurarsi, parlando di “un territorio difficile e complesso, ad alta densità mafiosa, dove la pervicace presenza di Cosa Nostra continua a incidere sulla vita della popolazione nonostante i numerosi successi giudiziari degli ultimi anni”. Proprio per questo, ha riservato un importante passaggio del proprio discorso di insediamento all’istituzione scolastica, con cui intende portare avanti un percorso virtuoso, consapevole che “la mafia si combatte con la repressione, ma anche aggredendola culturalmente”. Sul fronte del metodo, Malato ha sottolineato il valore del lavoro corale e del gioco di squadra tra gli operatori del settore giudiziario, dai magistrati agli avvocati fino al personale amministrativo. Inoltre, ha assicurato che intende favorire il dialogo istituzionale con le diverse componenti del territorio. Infine, un pensiero a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino e gli altri martiri caduti sul campo della lotta alla mafia, il cui esempio rappresenta “la stella polare che ci ha guidati nelle scelte professionali, nella speranza di realizzare il sogno di un Paese veramente libero e civile”.
La cerimonia di insediamento nel nuovo presidente del Tribunale di Marsala è stata presieduta dal giudice Marcello Saladino, che negli ultimi dieci mesi ha svolto la funzione di presidente dopo la nomina di Alessandra Camassa alla guida del Tribunale di Trapani. Il cerimoniale ha previsto numerosi interventi: il primo è stato quello del magistrato Sergio Gulotta, in rappresentanza della Corte d’Appello di Palermo, che si è detto sicuro che Alfonso Malato saprà mettere a frutto la propria esperienza nella gestione del Tribunale di Marsala, divenuto un riferimento importante nel panorama nazionale grazie al lavoro svolto negli ultimi anni sotto la guida di Gioacchino Natoli e Alessandra Camassa.
A seguire è intervenuto il sindaco di Marsala Massimo Grillo, in rappresentanza degli amministratori del circondario. Il primo cittadino lilibetano ha ricordato come il Tribunale di Marsala si sia distinto per la qualità della sua attività, specialmente in ambito civilistico, come testimonia l’azzeramento delle cause civili raggiunto negli ultimi tre anni. Inoltre, Grillo sottolineato l’importanza della collaborazione tra Comune e Tribunale, evidenziando che l’obiettivo di una giustizia efficace “è frutto del lavoro condiviso tra tutti gli attori della comunità”.


Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Giuseppe Spada, ha ricordato come il Tribunale di Marsala debba fare i conti con le carenze numeriche di organico, soprattutto per ciò che riguarda l’ufficio del Giudice di Pace, assicurando la collaborazione dell’avvocatura del circondario per affrontare al meglio le sfide complesse con cui gli operatori della giustizia devono misurarsi, anche alla luce della riforma Cartabia. Sulla stessa scia il dirigente degli amministrativi del Tribunale di Marsala, Fabio Majani, che ha garantito “massima collaborazione in termini di correttezza e disponibilità per rendere alla collettività un servizio veramente giusto”.
Il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Palermo, Lia Sava, ha sottolineato come il Tribunale di Marsala non sia uno dei tanti, agli occhi dei magistrati, nel ricordo della stagione in cui fu guidato da Paolo Borsellino e si è detta certa che il bagaglio professionale di Alfonso Malato, in sinergia con l’avvocatura e le istituzioni, “farà sì che il circondario continuerà a fare onore alla magistratura italiana”.
“Alfonso Malato è stato un interlocutore prezioso, una persona dotata di un senso di umanità che gli ha consentito di affrontare ogni situazione – ha affermato il procuratore capo di Agrigento, Giovanni Di Leo -. Il circondario di Marsala ha la certezza di avere una persona con cui avere un rapporto franco onesto”.
Anche il presidente del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Melisenda, ha riservato parole di grande apprezzamento per il collega: “Incarna la forza della gentilezza e una grande disposizione verso i rapporti umani, in termini di empatia e stile”.
In rappresentanza del procuratore capo di Marsala, Ferdinando Asaro, è intervenuto il sostituto Roberto Piscitello, che ha ricordato il ruolo avuto da Alfonso Malato – quando era direttore generale dei beni e dei servizi al Ministero – nella realizzazione del nuovo Palazzo di Giustizia di Marsala.


Erano presenti in aula, per l’occasione, anche la prefetta Daniela Lupo, il questore di Trapani Giuseppe Felice Peritore, il presidente del Libero Consorzio comunale di Trapani, Salvatore Quinci e tutti i rappresentanti delle amministrazioni del circondario marsalese.