Da Mazara fino a Capo Nord con la sua Vespa: il sogno realizzato da Cesare Rustico

Luca Di Noto

Da Mazara fino a Capo Nord con la sua Vespa: il sogno realizzato da Cesare Rustico

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giovedì 10 Luglio 2025 - 06:45

Non mi sono mai sentito solo. Nonostante fossi io, la Vespa, la strada e il freddo, c’era qualcosa che mi accompagnava sempre: l’entusiasmo di chi sa che ogni chilometro lo avvicina a un sogno”. Così racconta Cesare Rustico, ancora emozionato, al suo rientro da un’avventura che ha il sapore dell’impresa. Partito dalla Sicilia con il suo inseparabile Vespone — un modello che trasuda storia e passione — Cesare ha percorso migliaia di chilometri tra pianure, foreste, strade secondarie, pioggia e vento, fino a raggiungere il mitico Capo Nord, in Norvegia. Il punto estremo dell’Europa continentale. Il sogno di ogni viaggiatore. “Quando sono arrivato lì, ho avuto un’emozione fortissima. Mi sono messo a piangere. Non me l’aspettavo, è stato qualcosa che mi ha toccato profondamente”. Cesare non è un motociclista professionista né un influencer da milioni di follower. È un uomo semplice, legato alla sua città, Mazara, e alla sua terra, ma animato da una forza interiore rara. L’idea del viaggio è nata da lontano, coltivata nel tempo, tra le pagine di racconti letti e i chilometri macinati in solitaria. Poi, un giorno, ha deciso che il momento era arrivato. “Ho preparato tutto con calma. Ho sistemato la Vespa, ho studiato il percorso. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma non avevo paura. La paura non deve fermare le cose belle”. Eppure, quella lentezza obbligata, quel contatto diretto con ogni metro di strada, si è rivelato il valore aggiunto del viaggio.

“La Vespa è un mezzo lento, ma ti fa vivere il viaggio. Ti costringe a rallentare, a guardarti intorno, a conoscere luoghi e persone”. Il viaggio è stato un mosaico di incontri, paesaggi mozzafiato e difficoltà impreviste, attraversando otto Paesi diversi: dalla partenza da Arco, sul lago di Garda, passando per Svizzera, Austria, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia, Finlandia e fino al lungo tratto norvegese, Cesare ha raccontato di essere stato accolto ovunque con calore, curiosità e rispetto. “Non ho preso né navi né treni. Tutto su strada. Il clima? È stato molto duro. In Norvegia ho trovato 2-3 gradi. Umidità, vento, pioggia. È stato difficile, soprattutto con la Vespa che non ha protezioni. La gente mi fermava, mi chiedeva da dove venivo. Quando dicevo ‘Mazara del Vallo – Sicilia’ rimanevano stupiti. Alcuni volevano fare foto con me e con la Vespa. In Germania, Danimarca e Norvegia ho trovato tanta accoglienza. Persone meravigliose. Alcuni mi hanno invitato a mangiare, altri mi hanno offerto ospitalità. Non mi sono mai sentito solo”.

Ma non tutto è stato semplice. Il freddo, a tratti estremo, ha messo a dura prova sia il corpo che il mezzo. Le mani intorpidite, la pioggia incessante, il motore che a volte faceva i capricci. “La Vespa non mi ha mai tradito. Ogni tanto qualche vite da stringere, ma nessun guasto grave. È stata la mia compagna di viaggio”. Il racconto si fa ancora più intenso quando parla del momento esatto in cui ha visto il cartello: Nordkapp. Una parola, un traguardo, un simbolo. Lì ha scattato la foto che custodirà per sempre. Lì ha lasciato un pezzo del suo cuore. Oggi, tornato a Mazara, Cesare è accolto con l’affetto e l’ammirazione di chi sa riconoscere un’impresa che va oltre la cronaca: è un atto d’amore verso la vita. Il suo racconto non è solo la testimonianza di un viaggio in Vespa: è una lezione di determinazione, di umiltà e di passione. “Il viaggio mi ha cambiato. Ora so che posso affrontare qualsiasi cosa. È una crescita interiore. Ti mette alla prova. Ma ti restituisce molto di più”. E l’ultimo pensiero, che vale più di mille manuali motivazionali: “Voglio dire ai giovani: non abbiate paura di sognare. Anche se il sogno sembra folle o troppo lontano, iniziate a camminare. Un metro alla volta. Il sogno vi verrà incontro”.  

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