Trapani, l’ex parlamentare Papania resta in carcere: respinta la richiesta di arresti domiciliari

redazione

Trapani, l’ex parlamentare Papania resta in carcere: respinta la richiesta di arresti domiciliari

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martedì 03 Giugno 2025 - 10:59

Il tribunale di Trapani ha respinto la richiesta di concessione degli arresti domiciliari, tramite l’utilizzo del braccialetto elettronico, per l’ex senatore alcamese Antonino Papania, 66 anni. La decisione arriva nonostante il parere favorevole espresso dalla Procura. I legali del 66enne ex parlamentare, gli avvocati Vito Di Graziano e Saro Lauria, hanno annunciato che presenteranno ricorso avverso la decisione del tribunale del capoluogo di provincia.

Papania è detenuto dal settembre del 2024 quando fini in carcere nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Eirene”, che ha portato al rinvio a giudizio di altri tredici soggetti. A lui e a Pasquale Perricone ex vicesindaco di Alcamo 69 anni, viene contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Il processo è in corso presso il tribunale di Trapani, con le prossime udienze già fissate per il 6 e il 20 giugno. Visto l’elevato numero di imputati detenuti dieci in totale, il calendario ha previsto due udienze al mese.

Antonio Papania deve affrontare anche un altro procedimento giudiziario: mercoledì comparirà davanti ai giudici del tribunale di Marsala per rispondere dell’accusa di corruzione elettorale, insieme ad Angelo Rocca, suo collaboratore storico che oggi è agli ai domiciliari e a Manfredi Vitello di Cinisi. La procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato, saltando la fase preliminare.

Secondo l’inchiesta coordinata dalla Guardia di Finanza, Papania avrebbe offerto promesse di assunzione nei corsi di formazione finanziati con fondi pubblici per ottenere consensi a favore del movimento “Via”, da lui stesso fondato. Rocca, 41 anni è stato candidato alle ultime regionali nella lista “Popolari e Autonomisti”, ma non venne eletto. La sua posizione sarà discussa lunedì 12 giugno davanti al tribunale del riesame di Palermo, dove l’avvocato Pietro Riggi ha chiesto la revoca della misura cautelare dei domiciliari.

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